martedì 27 settembre 2016 12:47
Dopo l’anteprima benefica di ieri sera il Teatro Eliseo apre le porte alla nuova stagione. L’inizio è nel segno della drammaturgia americana con un’opera di David Mamet che nel 1984 gli ha portato il Premio Pulitzer: Glengarry Glen Ross. Da questo lavoro nel 1998 James Foley con Al Pacino, Jack Lemmon, Alec Baldwin e Kevin Spacey ne producono un film: Americani.
La traduzione è opera di Luca Barbareschi, la regia di Sergio Rubini e il cast è davvero di quelli eccezionali: Gianmarco Tognazzi, Francesco Montanari, Roberto Ciufoli, Giuseppe Manfridi, Federico Perrola e con lo stesso Sergio Rubini nella doppia veste di regista e attore.
Per AmericaniGlengarry Glen Ross, dopo il successo di ieri, si tratta di un debutto nazionale e tratta sotto il mondo capitalistico con un atteggiamento critico. Per risollevare l’agenzia immobiliare da una difficile situazione economica, Blake lancia una sfida a tutti i dipendenti: chi riuscirà a vendere di più avrà in premio una Cadillac, il secondo vincerà un servizio di coltelli da bistecca, per tutti gli altri licenziamento imminente. Tra i dipendenti si scatena subito l’ira e il panico. La storia parte da qui e innesca una serie di ragionamenti che oggi più che mai risuonano attuali.
«È il più bel testo sulla crisi dei valori economici. Là dove la speculazione finanziaria vince sull’uomo contano solo i risultati. I testi sono composti da una serie di botta e risposta molto rapidi, puntini sospensivi e una quantità incredibile di pause. Concentrando le nostre energie sul non detto, con gli attori abbiamo scoperto che il segreto della scrittura di Mamet è in quello che non è scritto. Tra una pausa e una mezza pausa c’è tutta la sua poetica e quando le unisci alla fine diventano musica. È come ascoltare un disco di Miles Davis». In questo modo Luca Barbareschi descrive l’opera a cui ha presto parte, seco lui: «Un vero e proprio capolavoro!».