• 29 Marzo 2024 8:40

Corriere NET

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Ding Liren, il timido campione del mondo di scacchi che tifa Juve

Apr 30, 2023

AGI – Negli scacchi è finita (almeno per ora) l’era di Magnus Carlsen e si è aperta quella di Ding Liren. Il 30enne di Wenzhou, numero tre delle classifiche mondiali, battendo agli spareggi il russo Ian Nepomniachtchi, è diventato il primo Campione del Mondo cinese della storia. Dopo le 14 partite a tempo lungo, terminate con il punteggio di 7-7, Ding è riuscito a prevalere sull’avversario durante la quarta, e ultima, partita a tempo ‘rapid’ (25 minuti a testa più 10 secondi di incremento a mossa) in un finale palpitante e combattuto. Un colpo di coda, con pochissimi minuti sull’orologio, quando ormai la partita sembrava destinata a terminare nell’ennesimo pareggio. Il campione porterà a casa 1,1 milioni di dollari mentre il perdente 900mila.

Poco dopo è arrivata la reazione di Carlsen, sui social, con un gioco di parole scacchistico, “ti sei auto-inchiodato (self-pinning) per l’eternita’. Congratulazioni Ding!”, che è stato molto apprezzato dalla comunità degli appassionati, visto come segno di rispetto.

Self-pinning for immortality. Congrats Ding!! https://t.co/pswA5g6bz9

— Magnus Carlsen (@MagnusCarlsen)
April 30, 2023

Ding ha dedicato la sua vittoria agli amici (a partire dal suo secondo, Richard Rapport), alla madre e al nonno. Ma non solo. Durante la conferenza stampa di chiusura dell’evento ha confessato che, dopo la fine di questa maratona mondiale, gli piacerebbe andare a Torino a vedere una partita della Juventus, la sua squadra del cuore.

Il momento della stretta di mano finale, e dell’ufficiale resa di Nepo, e’ stato per il cinese “un momento molto emozionante. Non sono riuscito a controllare il mio stato d’animo. Piango. Scoppio in lacrime. È stato un torneo molto duro per me. Ora mi sento abbastanza sollevato”. Ding è riuscito a ribaltare i pronostici dei bookmaker che lo davano perdente, nelle partite a tempo veloce, contro Nepo. “Entrambi abbiamo molta esperienza”, ha spiegato nel suo tono lento, pacato, fatto di sussurri e parole appena accennate. “Siamo dei gran maestri affermati. Abbiamo giocato molti spareggi negli ultimi anni, quindi quei numeri non significavano nulla. I pezzi bianchi non sono sempre un vantaggio. A un certo punto si può diventare troppo ottimisti sulle proprie possibilità e, per questo, a volte si perde”.

Una vita di sacrifici

Davanti alla stampa, Ding ha ripercorso il suo lungo percorso che lo ha portato ad Astana, in Kazakhstan, teatro del match. “Ho iniziato a imparare come si gioca a scacchi a quattro anni. Ho trascorso gli ultimi 26 giocando, analizzando, cercando di migliorare la mia abilita’ scacchistica in molti modi diversi, con differenti metodi. Ho cambiato strategie e approcci sperimentando sempre nuovi modi di allenamento”. Una pausa, poi, di nuovo sull’orlo della commozione, ha proseguito. “Credo di aver fatto di tutto. A volte ho pensato di essere dipendente dagli scacchi, perché a volte senza giocare tornei non mi sentivo cosi’ felice. A volte ho lottato per trovare altri hobby che mi rendessero più sereno. Questa partita riflette la profondità della mia anima”.

Un doppio ripescaggio

Il destino, a volte, non ti molla proprio. Ding questa opportunità di giocarsi il trofeo non avrebbe dovuto averla ma ha sfruttato due esclusioni eccellenti. Una forzata e una volontaria. La prima è quella che ha riguardato Sergey Karjakin, ex contendente al titolo mondiale. La sua colpa, gravissima, è quella di essersi schierato con Mosca, lui nato in Crimea, nell’invasione dell’Ucraina. Un sostegno che diventa insostenibile per tutti, addetti ai lavori e non, è gli costa l’esclusione dal torneo dei Candidati giocati poi a Madrid. Ding è stato quindi ripescato come giocatore con il miglior punteggio Elo (e alcune partite organizzate da Pechino in fretta e furia per fargli raggiungere i requisiti minimi.. ma questa è un’altra storia).

La seconda è quella che riguarda Magnus Carlsen. La sua rinuncia alla difesa del titolo, lo scorso luglio, ha fatto sì che a sfidarsi fossero il vincitore dei Candidati, Nepo, e il secondo in classifica, Ding. Destino si è detto, sotto forma di un altro ripescaggio.

La seconda cocente sconfitta per Nepo

Per Nepomniachtchi è arrivata, invece, l’ennesima delusione. “Il momento chiave è stato nella seconda partita di spareggio”, ha spiegato, in russo, affidandosi a un traduttore. Non è un dettaglio. Il 32enne di Brjansk parla un inglese fluente ma, stavolta, approfittando di una giornalista sua connazionale, ha preferito affidare alla sua lingua madre le parole più dure legate alla delusione di giornata.

“Avevo la possibilità di vincere, ma non sono riuscito a farcela. Poi, nella quarta partita, avrei dovuto giocare in modo più preciso. Ma dopo la 48esima mossa la situazione è cambiata. Il tempo era poco ed era molto difficile girare di nuovo l’inerzia della partita. Il Bianco era vicino alla vittoria. Era difficile immaginare che potessi perdere. Ma le cose accadono. Ed è successo quel che è successo”.

Il russo ha poi analizzato l’intero percorso, logorante e faticoso, con un pizzico di rimpianto: “Avevo tante posizioni promettenti e probabilmente avrei dovuto cercare di concludere il tutto a mio favore nelle partite a cadenza classica. Quando si arriva a giocare gli spareggi è sempre una sorta di lotteria, soprattutto dopo aver fatto 14 lunghe partite. Probabilmente il mio avversario ha commesso meno errori ed è andata a finire così”.

Lo sguardo al 2024

E sul futuro non sembra avere ancora le idee chiare. “Con questo torneo un altro pezzo enorme della mia vita – tutta la preparazione, tutto il lavoro – è finito. Ma giocherò ancora a scacchi. Vedremo in futuro dove lo farò”. Il punto d’arrivo, per lui, potrebbe essere (ancora) il nuovo torneo dei Candidati, a Toronto, la prossima primavera, che definirà lo sfidante di Ding.

Nepomniachtchi avrà la possibilità di partecipare di nuovo, in quanto perdente del confronto, e sfiderà in un girone i primi tre della prossima World Cup, i primi due classificati al Grand Swiss 2023, il vincitore del circuito FIDE 2023 e il giocatore piazzato più in alto nel ranking FIDE a gennaio 2024 (ma che abbia giocato almeno 4 tornei classici del circuito FIDE negli ultimi dodici mesi). Ma per parlarne ci sarà tempo nei prossimi mesi. Oggi è il tempo di Ding Liren, della Cina (leader anche n femminile) e di una nuova pagina, scritta ‘per l’eternità’ come direbbe Carlsen, della storia degli scacchi.  

AGI – Negli scacchi è finita (almeno per ora) l’era di Magnus Carlsen e si è aperta quella di Ding Liren. Il 30enne di Wenzhou, numero tre delle classifiche mondiali, battendo agli spareggi il russo Ian Nepomniachtchi, è diventato il primo Campione del Mondo cinese della storia. Dopo le 14 partite a tempo lungo, terminate con il punteggio di 7-7, Ding è riuscito a prevalere sull’avversario durante la quarta, e ultima, partita a tempo ‘rapid’ (25 minuti a testa più 10 secondi di incremento a mossa) in un finale palpitante e combattuto. Un colpo di coda, con pochissimi minuti sull’orologio, quando ormai la partita sembrava destinata a terminare nell’ennesimo pareggio. Il campione porterà a casa 1,1 milioni di dollari mentre il perdente 900mila.

Poco dopo è arrivata la reazione di Carlsen, sui social, con un gioco di parole scacchistico, “ti sei auto-inchiodato (self-pinning) per l’eternita’. Congratulazioni Ding!”, che è stato molto apprezzato dalla comunità degli appassionati, visto come segno di rispetto.

Self-pinning for immortality. Congrats Ding!! https://t.co/pswA5g6bz9 — Magnus Carlsen (@MagnusCarlsen)
April 30, 2023

Ding ha dedicato la sua vittoria agli amici (a partire dal suo secondo, Richard Rapport), alla madre e al nonno. Ma non solo. Durante la conferenza stampa di chiusura dell’evento ha confessato che, dopo la fine di questa maratona mondiale, gli piacerebbe andare a Torino a vedere una partita della Juventus, la sua squadra del cuore.
Il momento della stretta di mano finale, e dell’ufficiale resa di Nepo, e’ stato per il cinese “un momento molto emozionante. Non sono riuscito a controllare il mio stato d’animo. Piango. Scoppio in lacrime. È stato un torneo molto duro per me. Ora mi sento abbastanza sollevato”. Ding è riuscito a ribaltare i pronostici dei bookmaker che lo davano perdente, nelle partite a tempo veloce, contro Nepo. “Entrambi abbiamo molta esperienza”, ha spiegato nel suo tono lento, pacato, fatto di sussurri e parole appena accennate. “Siamo dei gran maestri affermati. Abbiamo giocato molti spareggi negli ultimi anni, quindi quei numeri non significavano nulla. I pezzi bianchi non sono sempre un vantaggio. A un certo punto si può diventare troppo ottimisti sulle proprie possibilità e, per questo, a volte si perde”.
Una vita di sacrifici
Davanti alla stampa, Ding ha ripercorso il suo lungo percorso che lo ha portato ad Astana, in Kazakhstan, teatro del match. “Ho iniziato a imparare come si gioca a scacchi a quattro anni. Ho trascorso gli ultimi 26 giocando, analizzando, cercando di migliorare la mia abilita’ scacchistica in molti modi diversi, con differenti metodi. Ho cambiato strategie e approcci sperimentando sempre nuovi modi di allenamento”. Una pausa, poi, di nuovo sull’orlo della commozione, ha proseguito. “Credo di aver fatto di tutto. A volte ho pensato di essere dipendente dagli scacchi, perché a volte senza giocare tornei non mi sentivo cosi’ felice. A volte ho lottato per trovare altri hobby che mi rendessero più sereno. Questa partita riflette la profondità della mia anima”.
Un doppio ripescaggio
Il destino, a volte, non ti molla proprio. Ding questa opportunità di giocarsi il trofeo non avrebbe dovuto averla ma ha sfruttato due esclusioni eccellenti. Una forzata e una volontaria. La prima è quella che ha riguardato Sergey Karjakin, ex contendente al titolo mondiale. La sua colpa, gravissima, è quella di essersi schierato con Mosca, lui nato in Crimea, nell’invasione dell’Ucraina. Un sostegno che diventa insostenibile per tutti, addetti ai lavori e non, è gli costa l’esclusione dal torneo dei Candidati giocati poi a Madrid. Ding è stato quindi ripescato come giocatore con il miglior punteggio Elo (e alcune partite organizzate da Pechino in fretta e furia per fargli raggiungere i requisiti minimi.. ma questa è un’altra storia).
La seconda è quella che riguarda Magnus Carlsen. La sua rinuncia alla difesa del titolo, lo scorso luglio, ha fatto sì che a sfidarsi fossero il vincitore dei Candidati, Nepo, e il secondo in classifica, Ding. Destino si è detto, sotto forma di un altro ripescaggio.
La seconda cocente sconfitta per Nepo
Per Nepomniachtchi è arrivata, invece, l’ennesima delusione. “Il momento chiave è stato nella seconda partita di spareggio”, ha spiegato, in russo, affidandosi a un traduttore. Non è un dettaglio. Il 32enne di Brjansk parla un inglese fluente ma, stavolta, approfittando di una giornalista sua connazionale, ha preferito affidare alla sua lingua madre le parole più dure legate alla delusione di giornata.
“Avevo la possibilità di vincere, ma non sono riuscito a farcela. Poi, nella quarta partita, avrei dovuto giocare in modo più preciso. Ma dopo la 48esima mossa la situazione è cambiata. Il tempo era poco ed era molto difficile girare di nuovo l’inerzia della partita. Il Bianco era vicino alla vittoria. Era difficile immaginare che potessi perdere. Ma le cose accadono. Ed è successo quel che è successo”.
Il russo ha poi analizzato l’intero percorso, logorante e faticoso, con un pizzico di rimpianto: “Avevo tante posizioni promettenti e probabilmente avrei dovuto cercare di concludere il tutto a mio favore nelle partite a cadenza classica. Quando si arriva a giocare gli spareggi è sempre una sorta di lotteria, soprattutto dopo aver fatto 14 lunghe partite. Probabilmente il mio avversario ha commesso meno errori ed è andata a finire così”.
Lo sguardo al 2024
E sul futuro non sembra avere ancora le idee chiare. “Con questo torneo un altro pezzo enorme della mia vita – tutta la preparazione, tutto il lavoro – è finito. Ma giocherò ancora a scacchi. Vedremo in futuro dove lo farò”. Il punto d’arrivo, per lui, potrebbe essere (ancora) il nuovo torneo dei Candidati, a Toronto, la prossima primavera, che definirà lo sfidante di Ding.
Nepomniachtchi avrà la possibilità di partecipare di nuovo, in quanto perdente del confronto, e sfiderà in un girone i primi tre della prossima World Cup, i primi due classificati al Grand Swiss 2023, il vincitore del circuito FIDE 2023 e il giocatore piazzato più in alto nel ranking FIDE a gennaio 2024 (ma che abbia giocato almeno 4 tornei classici del circuito FIDE negli ultimi dodici mesi). Ma per parlarne ci sarà tempo nei prossimi mesi. Oggi è il tempo di Ding Liren, della Cina (leader anche n femminile) e di una nuova pagina, scritta ‘per l’eternità’ come direbbe Carlsen, della storia degli scacchi.  

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