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Difesa: la firma del governo sui contratti all’estero delle nostre imprese

Lug 24, 2019

SICUREZZA

A palazzo Chigi si sta ultimando la definizione di una norma per introdurre nella legislazione di Stato il G2G. Sono le vendite di beni e servizi fatte tra i governi. È destinata al settore difesa e sicurezza

di Marco Ludovico

24 luglio 2019


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3′ di lettura

Firma di governo per un contratto, un’offerta o una commessa all’estero della nostra industria del settore difesa. Si chiama in gergo G2G, sigla inglese per «government to government»: sono le vendite di beni e servizi fatte tra i governi. A palazzo Chigi si sta ultimando la definizione di una norma per introdurre nella legislazione di Stato il G2G. È destinata al settore difesa e sicurezza, molti altri Stati già ce l’hanno da un pezzo. Come gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia.

La risoluzione della commissione Difesa del Senato

L’ultimo atto ufficiale sulla materia è la risoluzione recente della IV commissione di palazzo Madama. Il testo impegna il governo a «predisporre le opportune iniziative al fine di permettere allo Stato italiano di svolgere, nei confronti degli Stati con i quali sussistono accordi di cooperazione o di assistenza tecnico-militare» anche «attività di carattere contrattuale».

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Indispensabile, dice la risoluzione, fissare un quadro normativo «che superi ogni elemento di possibile penalizzazione delle imprese italiane anche in ragione del crescente pericolo di acquisizioni estere ostili e del consistente rischio di vedere pregiudicate molte occasioni di cessioni e di attività imprenditoriali all’estero».

I tavoli di coordinamento a palazzo Chigi

Alla Presidenza del Consiglio presso l’ufficio del consigliere militare, Carlo Massagli, è attivo da tempo il tavolo tecnico di supporto all’export delle industrie del settore difesa e sicurezza. Da quel confronto è stato quasi naturale costituire all’inizio di giugno un tavolo ad hoc per configurare un dispositivo G2G italiano oggi assente. Il confronto finora si è svolto tra tecnici dei ministeri Affari Esteri e Difesa, i consiglieri militare e diplomatico di Chigi, il Dis e l’Aise; si estenderà a breve ai dicasteri Interno, Sviluppo economico ed Economia. L’articolato sarà poi condiviso con le imprese, da Leonardo a Fincantieri e MbdaItalia, e le loro associazioni, come Aiad e Confindustria. Con la stesura finale, la destinazione della norma sarà poi una scelta politica del presidente del consiglio Giuseppe Conte con i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

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