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Juventus, il poker di Pjanic

Nov 11, 2016

di Antonio Barillà

venerdì 11 novembre 2016 09:55

TORINO – La magia che ha regalato i tre punti contro il Chievo conferma straordinarie qualità balistiche, affinate da ragazzo a Lione con il maestro Juninho Pernambucano. «Non sono qui, però, solo per le punizioni… » ha sospirato Miralem Pjanic prima di aggregarsi alla Bosnia, riconoscendo di doversi ancora pienamente inserire, di poter dare molto di più alla Juventus: «Ho trovato un nuovo sistema, un calcio differente con meno palleggio, però mi sto adattando, ci conosciamo meglio e i meccanismi migliorano. Le aspettative sono altissime, ma non sono preoccupato: pian piano cresceremo, intanto conta che la Juve vinca».

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POTENZIALITÀ – Parole oneste, nonostante i numeri (13 partite, 4 gol, 29 occasioni create) mascherino le difficoltà incontrate: normali, non è la prima volta, perfino fuoriclasse come Platini e Zidane ebbero un impatto complicato in bianconero. Anche per questo, in corso Galileo Ferraris come a Vinovo, si respirano tranquillità e fiducia: «Ci aspettiamo un salto di qualità – ha detto Marotta – Pjanic ha grandi potenzialità e ci vuole solo la pazienza di aspettarlo. E’ un calciatore moderno, eclettico». Una risorsa, la duttilità, che si è svelata finora nella ricerca della posizione migliore, definitiva, all’interno dell’impianto di gioco, tenendo anche conto della compatibilità con le caratteristiche dei compagni di reparto.

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