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Roma, il nuovo Emerson: lavoro, corsa e poca cioccolata

Feb 18, 2017

di Roberto Maida

sabato 18 febbraio 2017 09:33

INVIATO A VILLARREAL – Per infilarsi in quello spazio tra i difensori del Villarreal ha dovuto approfittare di un dramma sportivo: chissà come sarebbe adesso il mondo di Emerson Palmieri se il povero Mario Rui non avesse lasciato il crociato sull’erba di Boston, in piena estate, sotto un sole crudele. Ma la vita è fatta di momenti, di dritti e di rovesci. Come quello che Emerson ha inventato al Madrigal: un mancino che segna il primo gol internazionale con il piede sbagliato («Mi era successo anche con il Brasile Under 17») ha qualcosa di speciale dentro di sé. Qualcosa da raccontare.

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A TUTTO GAS – Sicuramente ne aveva intuito le qualità, che ora diventano un motivo di vanto e di polemica, il suo allenatore in tempi non sospetti: «Ma voi lo sapete chi è Emerson?» chiedeva Spalletti ai giornalisti che si stupivano, nello scorso campionato, quando questo giovane e longilineo brasiliano si alzava dalla panchina per giocare qualche minuto.

(…)

I SEGRETI – A proposito delle origini. Emerson è molto amico di Neymar, che ha avuto come compagno nel Santos e ha sentito anche di recente meritandosi i suoi complimenti. Da bambino gli piacevano il nuoto e il calcio a cinque ma poi la chance per sfondare nello sport è venuta dal calcio a undici. Fino alle nazionali giovanili brasiliane giocava a centrocampo, non troppo diversamente da come lo utilizza Spalletti adesso, ma crescendo ha arretrato il suo raggio d’azione diventando terzino. Forse non era quello il suo ruolo, considerate le lacune nella fase difensiva e le capacità di aggredire i terzini avversari. «In Brasile non funziona così – spiega Emerson a goal.com – ma è stato il lavoro che ho fatto in Italia mi ha permesso di crescere». Anche grazie a un nuovo regime alimentare: «Ho dovuto eliminare la soda e i cioccolatini». Ne è valsa la pena.

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