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Da Google «Fact Check», etichetta contro le bufale online – Il Sole 24 Ore

Apr 7, 2017

Subito dopo Facebook, il turno di Google. A stretto giro dall’annuncio della guida per gli utenti sulle “fake news” messa a punto da Facebook, non si fatta attendere l’iniziativa di Mountain View. Da ottobre era presente in Usa e Uk per Google News. A partire da oggi l’etichetta Fact Check sar disponibile in Google News e anche nel motore di ricerca, a livello globale e in tutte le lingue.

Quindi da ora in avanti, quando sar effettuata una ricerca su Google, il risultato passato attraverso la verifica dei fatti di una o pi affermazioni pubbliche, sar accompagnato, nella visualizzazione negli “snippets”, da un’etichetta ad hoc, visibile e riconoscibile. In quel caso lo snippet mostrer informazioni sulla dichiarazione verificata, da chi stata fatta e se una fonte ha verificato quella particolare dichiarazione.

Le verifiche non sono fatte da Google ma da media ed editori che per usufruire di questa etichetta devono utilizzare gli standard sviluppati da Schema.org, Duke University Reporters Lab e da Jigsaw, la sezione di Google che si occupa di soluzioni tecnologiche, fra cui l’etichetta contro insulti online e campagne d’odio. A proposito dell’etichetta Fact Check, la nota firmata da Justin Kosslyn, Product Manager di Jigsaw, e Cong Yu, ricercatore di Google Research, chiarisce che queste verifiche dei fatti naturalmente non sono effettuate da Google e potremmo anche non essere d’accordo con i risultati, proprio come diversi articoli di fact checking potrebbero essere in disaccordo tra loro. Tuttavia riteniamo che sia utile per le persone capire il grado di consenso attorno a un argomento e avere informazioni chiare su quali fonti concordano

A ogni modo, continua il blogpost di Google, rendendo queste attivit di fact-checking pi visibili nei risultati di ricerca, riteniamo che gli utenti possano esaminarle e valutarle con maggiore facilit per formarsi cos opinioni e pareri informati. Tutto ci non sarebbe stato possibile senza l’aiuto di altre organizzazioni e senza il sostegno della comunit di fact checking, che cresciuta fino a includere pi di 115 organizzazioni.

La lotta alle bufale si dota quindi di un nuovo strumento di difesa, tanto pi importante se a imbracciarlo un peso massimo come Google sia su Google News sia su Google Search. Del resto, dalle presidenziali americane in gi il fenomeno delle bufale, “fake news” o false news che dir si voglia, ha iniziato a destare un autentico allarme. Anche perch il flusso di denaro che va a dirigersi verso i siti che vivono di fake news non da poco. Dall’altra parte per molti investitori hanno avviato iniziative per ritirare pubblicit dai siti legati in maniera sistematica alle fake news.

Accanto a questo ci sono le iniziative istituzionali. In Germania, solo per fare un esempio, arrivato il primo s alla proposta di legge che ora, se passer la prova del Bundestarg, rappresenter senz’altro un’escalation nella lotta alle bufale online, almeno quanto a severit del provvedimento. I social network come Facebook, Twitter o i siti come YouTube che non rimuovono velocemente link e pagine con contenuti penalmente rilevanti o notizie palesemente false, rischiano fino a 50 milioni di euro di multa; i responsabili dei siti fino a 5 milioni. Anche in Italia stato presentato un Ddl bipartisan.

Oltre al versante istituzionale, anche gli stessi colossi della Silicon Valley si cono mossi, come dimostra il consorzio chiamato News Integrity Initiative: associazione no profit per la lotta alle fake news figurano Facebook, Mozilla, Wikipedia ma anche AppNexus, Betaworks, European Journalism Center, Unesco, fondazioni e diversi atenei di giornalismo europei con sede in Germania, Francia e Danimarca.

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