• 28 Novembre 2024 2:44

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Cospito “è grave, ma determinato ad andare avanti”

Mar 8, 2023

AGI – Sono “sempre più gravi le condizioni di sottopeso” di Alfredo Cospito, l’anarchico ricoverato nel reparto penitenziario dell’ospedale San Paolo. Stando a quanto apprende l’AGI, il medico Marco Crosignani, che l’ha visitato stamane, ha riferito all’avvocato Flavio Rossi Albertini che “ha perso ancora peso, ora è 69 kg“. “Lui resta lucido e assolutamente determinato a continuare a rifiutare l’assunzione di potassio – prosegue la comunicazione -, un fatto che lo espone a un altissimo rischio ritmologico (del cuore, ndr) e pertanto l’ho informato dei rischi che corre”.

Nel riferire l’esito della visita a cui ha sottoposto Alfredo Cospito al suo legale, il medico Marco Crosignani ha affermato di non avere potuto parlare coi colleghi del San Paolo “perchè mi hanno spiegato che non avevano l’autorizzazione a parlare con me e quindi ho potuto solo consultare la cartella clinica e non so dirti quali saranno le decisioni anche in merito a un’eventuale ipotesi di nutrizione forzata”. Cospito presenta “un’iniziale acidosi metabolica che ci sta con la sua condizione di digiuno con valori ancora conservati”. In sostanza, l’anarchico soffre di un accumulo di acidi nell’organismo dovuto al fatto che non si alimenta ma al momento la situazione non è ancora preoccupante.

Gli elettroliti, prosegue Crosignani, “sono in leggera risalita per il sodio mentre il potassio è sempre un po’ sotto i limiti della norma e ovviamente la situazione è destinata a peggiorare visto che non assume integratori”. Stabile anche la situazione cardiaca “non ancora in condizioni di preoccupazione ma è necessario un monitoraggio elettrocardiografico completo”. Durante la vista, Cospito ha lamentato al medico “un’anestesia all’arto inferiore per cui sarebbe indicata una valutazione neurologica con tac all’encefalo ed elettromiografia”. Accertamenti che, aggiunge Crosignani, “possiamo solo suggerire”.

Il Csm avvia una pratica a tutela dei magistrati

Via libera del Comitato di presidenza del Csm all’apertura di una pratica a tutela dei magistrati che si sono occupati del caso dell’anarchico Alfredo Cospito, detenuto al 41bis in sciopero della fame dallo scorso ottobre. A chiedere l’apertura di tale pratica erano stati i consiglieri togati di Magistratura Indipendente, alla luce di quanto emerso da notizie di stampa dopo la decisione della Cassazione del 24 febbraio scorso di rigettare il ricorso della difesa di Cospito contro il regime di carcere duro.

In particolare, i togati di MI Paola D’Ovidio, Maria Vittoria Marchianò, Maria Luisa Mazzola, Bernadette Nicotra, Edoardo Cilenti, Eligio Paolini e Dario Scaletta, nella loro istanza trasmessa al Comitato di Presidenza di Palazzo dei Marescialli, avevano rilevato che “nel caso di specie, in luogo di critiche puntuali ed argomentate relative a specifiche attività processuali o a specifici provvedimenti, si assista ad una denigrazione generica e generalizzata dell’intera attività giurisdizionale penale con il risultato di determinare presso la pubblica opinione una delegittimazione diffusa ed indiscriminata della funzione giudiziaria svolta dai magistrati del Collegio decidente della Corte di Cassazione e più in generale nei confronti di tutti i magistrati che nelle diverse sedi si sono occupati della vicenda e sono stati raggiunti da minacce o azioni di intimidazione solo per aver esercitato nel rispetto della legge le loro funzioni”.

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