MILANO – “Da un punto di vista giudiziario assolvo Leali, ma da quello morale no. Ma se dice che non sapeva che la ragazza aveva 18 anni, è una clamorosa bugia. Io conosco meglio di tutti questo mondo, ho avuto un sacco di donne, ma sono condannabile dal punto di vista morale, non giudiziario“. Fabrizio Corona, intervenuto a Non è L’Arena in onda su La7, esprime la propria opinione sul caso Genovese, il fondatore di Facile.it arrestato per violenza sessuale: “Il reato più grave – prosegue l’ex re dei paparazzi – che si è consumato all’interno di quella casa, da codice penale, non è la violenza sessuale, ma lo spaccio di droga, che assorbe tutti gli altri reati. C’erano piatti con le droghe, di qualunque tipo, offerte e consumate nello stesso luogo. Si tratta del primo episodio di violenza così pesante in italia ed in Europa. Ripreso dalle telecamere in tutto e per tutto“.
Corona, l’attacco a Cracco
“Si tratta di feste organizzate solo e unicamente per questo. Drogarsi, approfittare di ragazze che si recano a questi party per la grandezza economica delle persone e quindi non per il puro divertimento. A Milano, che è diversa da Roma, ci sono varie categorie sociali benestanti. Genovese era diventato ricco, non era nato ricco. A Milano ci sono gruppi di giovanissimo che fanno le stesse cose di Genovese, che organizzano feste e chiamano ragazze attirate dal facile uso cocaina. A queste cene era pure presente Carlo Cracco. La tua etica morale ti permette di andare a delle feste e vedere ragazzine strafatte, cocaina che gira, gente che si prostituisce, una massa di subumani che non ha valori e pensa solo a sballarsi, perché in quest’epoca non conta nulla e l’unico obiettivo è far parte di questo tipo di società?“.