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Coronavirus, lo sport agonistico prosegue a porte chiuse

Mar 3, 2020

ServizioServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùil chiarimento

Il blocco delle attività in Emilia Romagna, Veneto e soprattutto Lombardia, non riguarda allenamenti, eventi e gare

di Matteo Prioschi

3 marzo 2020


Coronavirus, cosa cambia per lo sport

2′ di lettura

L’attività sportiva agonistica svolta a porte chiuse può proseguire anche questa settimana in cui le disposizioni per contenere la diffusione del coronavirus limitano diverse attività. Il chiarimento è stato fornito direttamente dall’ufficio per lo sport della presidenza del Consiglio dei ministri.

Il Dpcm del 1° marzo, all’articolo 2, comma 1, lettera A ha disposto la sospensione fino all’8 marzo di eventi e competizioni sportive di ogni ordine e disciplina in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e nelle province di Savona e Pesaro Urbino. Al contempo, tuttavia, è stata prevista la possibilità di continuare l’attività (allenamenti, eventi e competizioni) se svolte a porte chiuse, esclusi i comuni delle “zone rosse”. Una decisione analoga a quella già in vigore settimana scorsa.

Il dubbio per la Lombardia

Tuttavia l’ulteriore disposizione contenuta nel comma 3 dello stesso articolo, riguardante la Lombardia e la provincia di Piacenza, ha fatto sorgere dei dubbi sulla possibilità di proseguire anche a porte chiuse. Infatti questo comma stabilisce la sospensione «delle attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza», di centri culturali, sociali, ricreativi.

Da qui il dubbio che il comma 3 assorbisse quanto contenuto nel comma 1, bloccando di fatto tutte le attività. A chiarire e sbloccare la situazione è stato un avviso pubblicato dall’ufficio per lo sport della presidenza del Consiglio dei ministri in cui si precisa che la sospensione riguarda soltanto «lo sport di base e l’attività motoria in genere» svolta all’interno delle strutture di Lombardia e provincia di Piacenza, mentre l’attività degli «atleti tesserati agonisti» può proseguire in tali aree nonché in Emilia Romagna, Veneto, province di Savona e Pesaro Urbino a porte chiuse (eccetto le zone rosse). Quindi i corsi di nuoto, per esempio, sono sospesi, mentre una squadra di nuoto agonistico può utilizzare l’impianto.

La situazione effettiva

La prosecuzione dell’attività, tuttavia, deve fare i conti con l’effettiva disponibilità degli impianti, che spesso fanno parte di strutture scolastiche. Ad esempio il Comitato regionale lombardo della Federazione pallavolo, in due comunicati diffusi l’1 e il 2 marzo, prende atto del fatto che molte palestre scolastiche rimangono chiuse al pari dell’istituto in cui sono comprese. Con la conseguenza che le gare dei campionati provinciali e regionali sono state comunque sospese.

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