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Coronavirus, il 43enne positivo a Taranto: “Sono quello che odiate di più, ma in Lombardia nessuno mi ha fermato”

Feb 27, 2020

Il primo pugliese risultato positivo al coronavirus è un uomo di Torricella, di 43 anni. Era andato a Codogno per trovare la madre, ed è rientrato il 24 febbraio con un volo Easyjet che da Malpensa è atterrato a Brindisi. È lui stesso a raccontare quanto accaduto con un lungo post su Facebook, mentre è ricoverato nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale Moscati di Taranto, in attesa del risultato che dallo Spallanzani di Roma potrebbe confermare l’esito del primo esame.

“Ho fatto il tampone e sto bene – scrive – voi sapete tutto e io ancora devo avere conferma. Sono io la persona che più odiate in questo momento, il primo caso del coronavirus in Puglia”. Il suo post pare uno sfogo, l’uomo si rivolge direttamente ai tanti utenti dei social che alla diffusione della notizia l’hanno attaccato, reputandolo uno sconsiderato poiché ha lasciato la zona rossa ed è tornato in Puglia.

“Sono salito il giorno 19, con volo Ryanair delle 14,55 – spiega – arrivato a Lodi ho soggiornato presso casa di mio fratello in un comune chiamato Caselle Lurani. Il giorno successivo sono rimasto tutto il tempo a casa. Poi mi sono recato a Codogno (non all’ospedale dove sono stati poi successivamente individuati i casi) ma nello stesso comune, a trovare mia madre, che era stata ricoverata in un centro nelle vicinanze”.

È lo stesso 43enne a ricostruire ora dopo ora quanto accaduto nei giorni in Lombardia. Non ha potuto fare visita alla madre malata nonostante abbia chiamato la struttura, che gli aveva garantito l’accesso. “Arrivati lì ci comunicano via telefono che non era possibile accedere e di tornare a casa: è proprio quello che abbiamo fatto. In serata poi apprendiamo dalla tv che tutto il paese era bloccato”.

Si arriva a domenica 23 febbraio: Codogno è diventata zona rossa, è impossibile entrare o uscire. Nel frattempo il 43enne ha chiamato i numeri messi a disposizione, il 112 e il 1500: “Mi hanno detto di partire perché non sono stato a contatto con le persone malate – continua il suo post – Per una premura mia abbiamo chiamato il medico di base di mia cognata il 23 febbraio, che mi ha mandato la mail con tutte le indicazioni che ho seguito alla lettera e nella quale diceva, essendo io asintomatico, che potevo partire, ma in via precauzionale mettermi in quarantena”.

Arriva lunedì 24 febbraio: l’uomo sale sul volo Easyjet Malpensa-Brindisi, con partenza alle 15: “Nessun blocco, nessuna strada chiusa, nessun controllo all’aeroporto”. Una volta arrivato, viene accompagnato a casa dal fratello, e ha anche scritto alla pagina Facebook del Comune di Torricella per avere un contatto telefonico della Asl di riferimento, ma gli è stato risposto che gli unici numeri erano “quelli nazionali indicati dal ministero”.

Ha anche contattato i vigili, ai quali ha raccontato la sua situazione, e il dottore Giuseppe Turco, consigliere regionale. È stato lui a confermare la quarantena, e “non mi sono più mosso. Durante la notte ho sentito i brividi, ho controllato la febbre e ho informato subito il dottor Turco, il quale ha avviato immediatamente le procedure”.

È la mattina del 25 febbraio: con un’ambulanza del 118 l’uomo raggiunge l’ospedale Moscati di Taranto, dove viene ricoverato in una stanza a pressione negativa. Sono stati effettuati tamponi anche ai familiari. “Vivo isolato – scrive in conclusione – ma evidentemente non abbastanza, e spero di avere le spalle forti per sopportare tutta la cattiveria che sapete esprimere. Voi avreste fatto ciò che ho fatto io: queste erano le direttive”.

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