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Biennale architettura: un nuovo contratto spaziale nella rassegna di Sarkis

Feb 27, 2020

DAL 24 MAGGIO

Ultimo atto di Baratta, la 17° Mostra internazionale di Architettura della Biennale verrà aperta al pubblico dal 24 maggio al 29 novembre

di Gerardo Pelosi

27 febbraio 2020


Cecilia Alemani, prima donna italiana a dirigere la Biennale arte

4′ di lettura

Di come vivere insieme, risparmiare risorse e rendersi protagonisti di un nuovo “contratto spaziale” l’HSS, studio dell’architetto libanese Hashin Sarkis, da anni alla guida della School of Architecture and Planning del Mit di Boston ha fatto la sua cifra più profonda. Edilizia sociale e residenziale, parchi, edifici istituzionali, pianificazione, progettazione urbana. Tutto il suo lavoro sembra racchiudersi nel titolo stesso “How to live togheter?” della 17° Mostra internazionale di Architettura della Biennale presentata questa mattina, 27 febbraio, a Venezia dallo stesso Sarkis e dal presidente della Biennale, Paolo Baratta (per lui nona edizione e ultimo atto da presidente) che verrà aperta al pubblico dal 24 maggio al 29 novembre prossimi.

La prossima Biennale Architettura presenta lavori di 114 partecipanti provenienti da 46 Paesi con una rappresentanza crescente di Africa, America Latina e Asia. Oltre ai partecipanti invitati, la Biennale Architettura comprende anche stazioni di ricerca a supporto della Mostra, sviluppate da ricercatori di molte Università di tutto il mondo.

Cinque scale: dal vivere con gli altri al “Fare mondi”

La Mostra sarà articolata, come spiega lo stesso Sarkis, in cinque scale, tre in Arsenale e due al Padiglione Centrale. Nella prima scala (Among Diverse Begings) i temi vanno dal Progettare per Nuovi Corpi (affrontare i cambiamenti nella percezione e concezione del corpo umano) al Vivere con gli Altri Esseri (mettere in primo piano l’empatia e l’impegno nei confronti di altri esseri). Per la scala 2 (As New Households), all’Arsenale, il focus è su come servire nuove realtà demografiche, abitare la nuova tettonica e vivere indipendentemente insieme (espandere le potenzialità del condominio come una tipologia abitativa collettiva). La scala 3 (Emerging Communities) all’Arsenale affronta l’impegno in varie forme di senso civico (studiare nuovi modi in cui le comunità si possono organizzare nello spazio), riequipaggiare la società (parchi, scuole, ospedali…), riunirsi a Venezia (immaginare il futuro della città) e coabitare ossia mostrare come viviamo insieme ad Addis Abeba, nel campo per rifugiati di Al Azraq a Beirut, a Hong Kong, nei corridoi India-Pakistan, nell’insediamento abusivo di Lagos, a New York, Pristina e nella zona di Rio-San Paolo.) La scala 4 (Across Borders) ai Giardini spiega come superare il divario urbano-rurale, collegare il Levante, colmare le infrastrutture e proteggere i beni comuni globali. La scala 5 ai Giardini (As One Planet) si avventura nel “fare mondi”, ossia anticipare e calibrare il futuro del pianeta, celebrare il 75esimo anniversario delle Nazioni Unite, rivedendone e ampliandone lo scopo spaziale. A Forte Marghera cinque architetti e un fotografo di architettura presenteranno poi un progetto dedicato al gioco “How will we play together?”.

Hashim Sarkis presenta la Biennale 2020

Hashim Sarkis presenta la Biennale 2020

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Baratta: Come correggere storture e valorizzare risorse

Per Paolo Baratta quella presentata oggi è la nona Biennale Architettura e anche l’ultimo atto della sua lunga presidenza che si è andata caratterizzando come strumento di indagine e premonizione sui fenomeni sociali e politici attraverso la lente della cultura. «In tutti questi anni – ha spiegato Baratta -. si siamo interrogati sui vantaggi sociali che possono derivare dalla presenza dell’Architettura che ci fa individui più consapevoli, ci aiuta a essere non solo consumatori, ma cittadini, ci stimola a considerare gli effetti indiretti delle nostre azioni e ci aiuta a comprendere meglio l’importanza dei beni pubblici e dei beni gratuiti». Un percorso che ha visto ad esempio affrontare i temi della sostenibilità e di come non sprecare risorse nella Biennale Architettura 2010 (People meet in Architecture)- curata dalla giapponese Kazuo Sejima che sarà quest’anno la presidente della giuria internazionale. Secondo Baratta «la Mostra di Hashim Sarkis coglie in uno sguardo ampio problemi strutturali della società contemporanea; fenomeni di intenso cambiamento, assai diversi tra loro ma accomunati dalla necessità di importanti “aggiustamenti” nelle condizioni dell’abitare. In un’epoca in cui può essere diffusa la sensazione non più di essere a cavallo di un progresso che continuamente si diffonde, ma di essere vittime dei cambiamenti che esso comporta e nella quale molti possono approfittare delle paure, dei timori, delle frustrazioni che ne derivano per sviluppare campagne ultra difensive, ci pare utile una Biennale che richiami a tutti che l’identità di una società o di una comunità sta nella qualità dei progetti che è capace di formulare per il suo futuro: per correggere storture e valorizzare risorse».

Il saluto del nuovo presidente Biennale Cicutto

Un augurio di successo alla Mostra di Sarkis viene anche dal nuovo presidente della Biennale Roberto Cicutto. «Gli eventi delle ultime settimane – ha detto Cicutto – hanno impedito un incontro diretto con il curatore della Biennale Architettura 2020 Hashim Sarkis cui auguro una meravigliosa esperienza. Il mio arrivo alla Biennale come Presidente segue un periodo straordinario grazie alla sapiente guida di Paolo Baratta, che mi consegna un’organizzazione perfetta e un’eredità di successi indiscutibili».

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