Doppia tragedia nel Mediterraneo all’indomani del G7 di Borgo Egnazia che ha lanciato una coalizione “per prevenire e contrastare il traffico di migranti”. Il mare piatto di questi giorni favorisce le partenze, ma a un centinaio di miglia dalle coste calabresi, una barca a vela si è rovesciata e 66 passeggeri risultano dispersi. Tra loro almeno 26 bambini, raccontano i sopravvissuti. A sud di Lampedusa un’altra barca è stata soccorsa da una nave umanitaria: troppo tardi per 10 persone trovate morte nel ponte inferiore allagato. Le nuove stragi all’indomani del G7 di Borgo Egnazia che ha lanciato una coalizione “per prevenire e contrastare il traffico di migranti”. Unhcr, Oim e Unicef contano oltre 800 tra morti e dispersi quest’anno nel Mediterraneo centrale, una media di 5 al giorno e chiedono un potenziamento dei soccorsi.
Da questa notte la Guardia Costiera è impegnata nelle ricerche di eventuali dispersi a seguito del naufragio della barca a vela con migranti a bordo provenienti da Iran, Siria e Iraq, partita dalla Turchia otto giorni fa. L’attività, informa il Corpo, è stata avviata a seguito di un may-day lanciato da un’unità da diporto francese, in navigazione a circa 120 miglia dalle coste italiane, al limite delle aree Sar di competenza della Grecia e dell’Italia. L’imbarcazione, dopo aver segnalato la presenza della barca semiaffondata, ha recuperato a bordo 12 migranti. Raccolto il may-day il centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano ha dirottato immediatamente sul posto due mercantili in navigazione nelle vicinanze, un velivolo Atc42 della guardia costiera e le motovedette Cp305 e Cp326 di stanza in Calabria. Una donna è morta durante le operazioni. Secondo i sopravvissuti, il motore dell’imbarcazione si sarebbe incendiato, facendo rovesciare lo scafo. Un team di Medici senza frontiere sta offrendo assistenza psicologica ai migranti sbarcati. “La scena – raccontano – era straziante, davanti a noi persone traumatizzate, il dolore si toccava con mano”.
Questa mattina, martedì 18 giugno, il secondo naufragio, che ha riguardato un barchino di legno 8 metri partito dalla Libia e trovatosi in difficoltà in acque Sar maltesi dopo essersi allagato. La Nadir della ong ResQship è intervenuta in soccorso, ma 10 persone sono soffocate nel piano inferiore stipato. Per liberare due dei naufraghi, rimasti privi di sensi, i soccorritori hanno demolito parte del ponte a colpi di ascia. Alla fine in 54 sono stati recuperati dalla Nadir e portati poi a Lampedusa dalla Guardia costiera. I corpi sono rimasti sul barchino che la nave umanitaria ha trainato sull’isola Pelagia in tarda serata. l migranti – originari di Bangladesh, Pakistan, Egitto e Siria – hanno pagato circa 3.500 dollari per mettersi in viaggio.