MILANO – “Abbiamo bisogno di un sindacato confederale davvero unitario. È una scelta obbligata, l’unica che potrebbe fare la differenza”. Lo dice il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, nella relazione che apre il congresso di Bari, dove sono presenti i segretari generali di Cisl e Uil, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. “L’unica scelta – sottolinea – che guarda ad un orizzonte nuovo e non ci riporta al parallelismo, alle componenti di partito, ma che salvaguarda e rafforza l’autonomia”.
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Con Cisl e Uil “abbiamo elaborato la nostra piattaforma per il Paese e, a partire da questa, dato un giudizio largamente critico e severo della manovra e indetto la manifestazione nazionale del 9 febbraio. Lavoriamo per una grande manifestazione, per una stagione di vera e propria vertenza con il Governo”, aggiunge nella relazione sottolineando come la legge di Bilancio “ci indebita drammaticamente, 53 miliardi, per i prossimi 2 anni; non ha priorità e risorse per gli investimenti nel 2019 anzi paralizza quelli in essere, e cancella le prospettive almeno per il 2020 e 2021. Per questo, e ancor di più di fronte alla diminuzione della produzione industriale e agli avvisi di Banca d’Italia sulla recessione tecnica, serve una reazione anticiclica”.
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La segretaria uscente ha chiesto un minuto di silenzio in apertura del XVIII congresso nazionale che porterà alla nomina del suo successore, per ricordare “i morti nel Mediterraneo per l’egoismo delle regioni europee”. Ha poi ricordato il “lavoratori di tutto il mondo, unitevi!” chiamando alla mobilitazione per le prossime elezioni europee per “difendere e riformare l’Europa a partire dai diritti del lavoro, dall’aumento dei salari, dalle tutele di sicurezza sociale. Una partita difficile “senza uno scatto di tutto il mondo del lavoro”.