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Catania, processo d’appello: Lombardo assolto dall’accusa di mafia. Condanna a due anni per voto di scambio

Mar 31, 2017

CATANIA – L’ex governatore Raffaele Lombardo è stato assolto in appello dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Condannato, invece, per voto di scambio: due anni di reclusione.

Questa volta l’ex governatore ha preferito non essere presente alla lettura del verdetto. “In primo grado, quando ero certo di essere assolto, sono venuto. Oggi sono qui per rispetto della corte ma adesso preferisco attendere la sentenza a casa”, ha confidato Lombardo quando la terza sezione della corte d’appello presieduta da Tiziana Carruba si è ritirata in camera di consiglio per decidere sulla richiesta di condanna avanzata dal sostituto procuratore generale Sabrina Gambino e dal sostituto della Procura Agata Santonocito che hanno sollecitato un aggravamento della condanna di primo grado, 7 anni e 8 mesi contro i 6 anni e 8 mesi inflittigli dal gup Marina Rizzo nel 2014 con il rito abbreviato.

In due anni e mezzo di udienze, secondo l’impianto della Procura, il quadro accusatorio nei confronti dell’ex governatore si è ulteriormente aggravato. Prima le risultanze investigative dell’inchiesta Iblis che nel 2011 portarono alla luce i rapporti tra Raffaele ed Angelo Lombardo e alcuni esponenti di primo piano delle cosche catanesi con i quali i due politici si sarebbero incontrati chiedendo sostegno elettorale in cambio di un appoggio per l’aggiudicazione di appalti e per la facilitazione di iter amministrativi nella pubblica amministrazione. Poi a muovere nuovi addebiti a Lombardo è arrivato anche l’architetto agrigentino Giuseppe Tuzzolino, massone in sonno, da due anni sottoposto a programma di protezione per le sue dichiarazioni sulla cui credibilità le diverse procure siciliane non hanno la stessa opinione.

Anche Tuzzolino ha raccontato di incontri con Lombardo, ai quali avrebbe partecipato anche la supermanager della Regione Patrizia Monterosso, per chiedere un aiuto nell’aggiudicazione di importanti lavori per la realizzazione di una residenza sanitaria assistita a Grammichele, paese del governatore, e per il tribunale di Marsala. Accuse che Lombardo ha respinto così come ha sempre fatto anche per quelle mossegli dai collaboratori di

giustizia che hanno parlato di lui nel processo di primo grado.

Dopo la condanna del 2014, a differenza di quanto aveva fatto il suo predecessore Totò Cuffaro, rimasto in sella fino alla condanna definitiva a sette anni per mafia, Lombardo ha del tutto abbandonato la vita politica ritirandosi nella sua tenuta agricola di Grammichele. Una decisione che, alla vigilia del verdetto, ha ribadito come definitiva qualunque fosse stato il verdetto di oggi.

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