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Borse in rosso con Wall Street. Lo spread torna a scendere sotto 310

Ott 26, 2018

Rep

MILANO – Ore 13:00. Giornata negativa sui mercati asiatici e in Europa. A pesare sugli investitori sono i future in ribasso di Wall Street, delusa in particolare da alcune trimestrali ‘pesanti’ del comparto tech. Milano a metà giornata cede l’1,75%, in linea con le altre: Francoforte perde l’1,7%, Londra l’1,5% mentre Parigi arretra del 2,2%.

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi si allarga a 317 punti base, con il rendimento del decennale italiano che supera il 3,5%. Oggi a mercati S&P potrebbe rivedere il suo rating sull’Italia, come già accaduto per Moody’s nei giorni scorsi: in quel caso si è tagliato di un gradino il giudizio, avvicinando il merito di credito italiano al livello “spazzatura”, ma mantenendo un outlook stabile che è stato tutto sommato visto come il bicchiere mezzo pieno da parte dei mercati. Come ricordano gli economisti di Intesa Sanpaolo, S&P potrebbe annunciare modifiche al rating paese (che è attualmente BBB) o all’outlook (ora “stabile”). Un anno fa, dopo aver innalzato il rating dal precedente livello di BBB-, l’agenzia aveva ipotizzato di poter abbassare il rating nel caso di forte rallentamento della crescita, o di peggioramento della posizione esterna sull’estero (saldo di parte corrente negativo) o, infine, se fosse venuta meno la fase di miglioramento dei conti pubblici. Ed è quest’ultimo parametro, alla luce delle previsioni della Manovra, a mettere a rischio la pagella di questa sera.

Ancora una volta, intanto, il Tesoro ha dovuto pagare il conto della tensione degli ultimi tempi: quando stamattina ha venduto tre miliardi di euro del nuovo Ctz novembre 2020 e 996 milioni del Btp indicizzato maggio 2028, ha dovuto offrire rendimenti in asta molto più alti del recente passato per trovare sottoscrittori. Sono balzati per entrambi i titoli, raggiungendo il 2,34% per il Btp (+78 centesimi rispetto al collocamento di fine luglio) e l’1,626% per il Ctz (+91 centesimi rispetto a un mese fa). Sul Ctz, rispetto alle condizioni di aprile quando emise 2,3 miliardi a rendimenti negativi, il Tesoro deve mettere così in conto spese annue superiori per quasi 60 milioni.

A Piazza Affari tiene banco il comparto bancario, colpito dal caro-spread che ha riflessi di perdita patrimoniale sui bilanci degli istituti di credito, grandi detentori di titoli di Stato. Si guarda anche all’Eni, che nei nove mesi ha visto salire l’utile “adjusted” a 3,1 miliardi e riesce a reggere all’urto delle vendite.

Questa mattina ha chiuso ancora in ribasso la Borsa di Tokyo, che ha terminato una settimana terribile con quasi sei punti percentuali lasciati sul parterre. Oggi l’indice Nikkei ha perso lo 0,40% a 21.184 punti, rispetto al 3,72% lasciato sul terreno alla vigilia. L’indice allargato Topix si è ridotto dello 0,31 per cento. Ieri sera Wall Street ha chiuso in sostenuto rialzo, con il Dow Jones in recupero dell’1,63% e il Nasdaq spinto al +2,95%, ma oggi il barometro torna a virare al brutto. Deludenti – secondo gli analisti – i conti sia di Amazon che di Alphabet, la holding di Google, mentre hanno fatto bene Twitter e Tesla.

Sul fronte valutario continua il calo dello yuan cinese, che si avvicina a quota sette sul dollaro. La Banca centrale di Pechino ha fissato questa mattina il livello del renminbi, altro nome della valuta cinese, sul biglietto verde a quota 6,9510, in calo di 101 punti base rispetto alla parità di ieri e al livello più basso da gennaio 2017. Ma nella mattina di oggi lo yuan ha continuato la discesa, arrivando a toccare quota 6,9644 sul dollaro, ai minimi da maggio 2008, prima di riprendersi e tornare sopra quota 6,96. Il primo ministro Li Keqiang ha ribadito che la Cina non vuole svalutare la sua valuta per ragioni competitive, secondo un’analisi del Ft il calo di questi giorni sarebbe da legare all’indebolimento dell’euro sul dollaro.

A livello macro, i previsori macro della Bce hanno tagliato le stime sulla crescita dell’Eurozona prevedendo ora un Pil a +2% quest’anno, 0,2 punti meno delle stime precedenti, per fare poi +1,8 e +1,6 per cento. La fiducia dei consumatori tedeschi è vista stabile a novembre, mentre è migliorata leggermente a ottobre in Francia portandosi a 95 punti, uno sopra il livello di settembre. I prezzi complessivi per i consumatori nella regione di Tokyo sono aumentati dell’1,5 percento su base annua ad ottobre. Lo indicano i dati diffusi dal ministero degli Interni e delle comunicazioni. Il dato è in linea con le aspettative, dopo l’aumento dall’1,3 percento di settembre.

Tra le materie prime, sono ancora in rialzo le quotazioni dell’oro che chiudono la settimana apprezzandosi sui timori per un rallentamento dell’economia mondiale. Il lingotto con consegna immediata sale dello 0,3% a 1232,5. Quotazioni del petrolio in calo sul mercato after hour di New York dove i contratti sul greggio Wti con scadenza a dicembre passano di mano a 66,63 dollari a fronte dei 67,33 dopo la chiusura di Wall street. A cedere anche il Brent a 76,26 dollari. Il governo cinese ha intanto detto ai due giganti del greggio di Pechino, China National Petroleum Corporation e Sinopec, di sospendere le importazioni di greggio dall’Iran a partire dal prossimo mese di novembre.

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