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Borse in recupero dopo il peggior mese dal 2012. Lo spread scende sotto 300 punti

Nov 1, 2018

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MILANO – Ore 10:20. Le azioni asiatiche lasciano un abbrivio positivo al resto del mondo, spinte dall’impegno cinese a sostenere la crescita e dalle ultime trimestrali che hanno mostrato risultati solidi. Gli investitori, nota Bloomberg, sono in caccia di uno spiraglio di recupero dopo che ottobre è andato in archivio come il peggior mese – per le Borse globali – dal maggio del 2012. Dopo una partenza incerta, anche le Piazze europee accelerano: Milano è la migliore con un rialzo dello 0,9%, Francoforte sale dello 0,7%, Londra è piatta e Parigi aggiunge lo 0,35%.

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è in calo a 295 punti base, mentre la Manovra ha compiuto finalmente il passo decisivo verso il Parlamento con la firma del testo al Quirinale. Il decennale italiano rende il 3,4%. L’euro e soprattutto la sterlina guadagnano qualche posizione nei confronti del dollaro: la divisa britannica in particolare dà credito ad alcune indiscrezioni secondo le quali un accordo post Brexit è ancora possibile, con ricadute positive soprattutto per il settore finanziario della City. La divisa unica europea passa di mano a 1,1345 dollari e 127,99 yen.

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A Piazza Affari si guarda al comparto del credito, alla vigilia degli stress test dell’Eba che non suscita particolari grattacapi: il calo del differenziale porta acquisti sui titoli delle banche. Da monitorare anche il settore auto, interessato dai dati sulle immatricolazioni mentrel a Toyota ha dovuto richiamare 1,6 milioni di vetture per problemi di airbag. Tra i dati emersi, balzano gli utili di Tenaris del 160% nel terzo periodo a quota 247 milioni.

Nel panorama positivo dei mercati asiatici (con l’indice Msci Asia-Pacific in recupero delll’1% circa) ha stonato questa mattina la Borsa di Tokyo che ha terminato in calo la prima seduta di novembre, penalizzata dal comparto delle telecomunicazioni, dove si delinea un’aspra battaglia per l’abbassamento delle tariffe; è mancato il supporto delle trimestrali con i risultati poco entusiasmanti di Panasonic. Il Nikkei ha segnato una flessione dell’1,06% a quota 21.687,65, lasciando sul terreno 232 punti. Sul mercato valutario lo yen risultato è stabile a un livello di 112,80 sul dollaro, e sulla moneta unica poco sotto quota 128.

A livello macroeconomico, spicca l’indice Pmi manifatturiero stilato congiuntamente da Caixin e Markit per la Cina: si è attestato a 50,1 punti, rispetto ai 49,9 attesi dal consensus e i 50 della precedente rilevazione (che rappresentavano il valore più basso da giugno del 2017). Più ricca l’agenda Usa, con le richieste di sussidi per la disoccupazione, l’Ism manifatturiero, le spese per costruzioni e il dato preliminare sulla produttività del terzo trimestre.

I prezzi del petrolio sono in calo, in attesa dei dati sulle scorte settimanali Usa. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti cedono di 33 cent a 64,98 dollari e quelli sul Brent arretrano di 44 cent a 75,47 dollari al barile. L’oro è in rialzo a 1.223 dollari l’oncia, segnando un guadagno dello 0,68%.

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