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Borse in lieve rialzo, frenata dell’inflazione nell’Eurozona

Ott 31, 2017

MILANO – Ore 13.00. Borse europee in lieve rialzo intorno a metà seduta. Milano sale dello 0,01%, Londra avanza dello 0,03%, Madrid dello 0,99%, Parigi dello 0,1%. Francoforte è invece chiusa per festività.

Ieri Wall Street ha rallentato il passo, con il Dow Jones che interrotto una lunghissima sequenza di sedute a segno, e il Nasdaq che ha chiuso in calo nonostante i nuovi record messi a segno da Apple e Facebook che toccano nuovi massimi in vista dei conti trimestrali che verranno diffusi questa settimana.

Sulle Borse asiatiche si fa sentire in mattinata il dato deludente arrivato dal Pmi manifatturiero cinese, in calo oltre le attese. Un segnale che ha messo il freno alla Borsa di Tokyo, che ha terminato le contrattazioni in lieve calo dello 0,06% scontando l’apprezzamento dello yen ma riducendo poi le perdite con la decisione della Banca centrale del Giappone (Boj) di proseguire con una politica monetaria ultra-espansiva.

L’euro apre stabile sotto quota 1,17 dollari. La moneta europea passa di mano a 1,1638 dollari e 131,60 yen. Giù dollaro/yen a 113,17. In leggero rialzo lo spread dopo i minimi di ieri. Il differenziale tra il Btp e il Bund segna 148,5 punti contro i 147 di ieri. Il rendimento del titolo decennale italiano è all’1,85%.

Corposo il pacchetto di dati macroeconomici in programma oggi. Frena a sorpresa l’inflazione nell’Eurozona. L’indice dei prezzi è salito a ottobre su base annuale dell’1,4% contro l’1,5% di settembre. In Italia l’occupazione è stabile nel mese di settembre mentre l’inflazione rallenta. In crescita il Pil dell’Eurozona nel terzo trimestre, salito dello 0,6%. Su base annua si tratta di un aumento del +2,5%. Dalla Giornata Mondiale del risparmio, organizzata dall’Acri, è arrivata invece la difesa di Visco sul proprio operato, parlando di “vigilanza ferma e intensa”.

Il petrolio rallenta la propria crescita, innescata nei giorni scorsi dall’annuncio dell’Arabia Saudita dell’intenzione di mantenere i tagli alla produzione oltre marzo 2018 quando scadrà l’accordo Opec. I contratti sul greggio Wti con scadenza a dicembre cede 13 centesimi a 54,02 dollari al barile; il Brent perde 10 centesimi a 60,8 dollari al barile. Poco mosso l’oro: il lingotto con consegna immediata passa di mano, praticamente invariato a 1.275 dollari l’oncia.

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