• 30 Aprile 2024 17:54

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Borse giù dopo il flop di Trump su Obamacare. Chiusura in netto calo per Tokyo

Mar 27, 2017

MILANO –Ore 10.10.Il passo falso di Donald Trump su Obamacare, la prima prova del presidente americano al Congresso, si fa sentire sui mercati. Tutti in calo gli indici europei: Milano perde lo 0,92%, con in calo tutto il comparto bancario, Londra arretra dello 0,99%, Parigi dello 0,89% e Francoforte dello 0,99%. Tokyo ha archiviato la seduta in deciso ribasso, con l’indice Nikkei giù dell’1,44%. Gli analisti da diversi giorni stanno ricalibrando le aspettative poste sull’ex tycoon e sulla sua reale capacità di mettere in pratica in tempi stretti quanto promesso durante e dopo la campagna elettorale. “Gli investitori d’ora in avanti saranno più prudenti dopo i forti guadagni che si sono registrati da novembre in poi”, spiega James Woods, analista di Rivkin Securities citato da Bloomberg. “La sconfitta su Obamacare rende la riforma fiscale ancora più difficile”.

Apertura stabile per lo spread. Il differenziale tra il Btp a dieci anni e il Bund tedesco viaggia in avvio di giornata a 181,2 punti base, mentre il rendimento del bond decennale italiano si attesta al 2,192 per cento. Il flop di Trump pesa anche sul dollaro, in deciso calo. L’euro passa di mano a 1,0848 sul biglietto verde dopo un top dall’8 dicembre di 1,0850 dollari. Il cambio Dollaro/yen è a 110,32 dopo un minimo da novembre di 110,23.

Migliora e batte le attese il dato sulla fiducia degli investitori tedeschi per il mese di marzo. L’indice Ifo in Germania, che misura la fiducia degli imprenditori, si è attestato a marzo a 112,3 punti rispetto ai 111 di febbraio. Il mercato si attendeva un dato pari a 111,1 punti. Sempre sul fronte dei dati macroeconomici la crescita della massa monetaria m3, l’aggregato utilizzato dalla bce per indicare l’inflazione, si è attestata a +4,7% a febbraio sotto le attese di +4,9% (il dato di gennaio è stato rivisto a +4,8% da +4,9). L’m1 è invece rimasto stabile a +8,4%.

Dai verbali della riunione del board della Banca del Giappone arriva invece l’indcazione della volontà di non cambiare la propria politica e di proseguire con l’allentamento monetario, con l’obiettivo di rendere più stabili i prezzi e instradare il Paese verso un sentiero di crescita autosufficiente. Secondo il board, anche se in Giappone la ripresa è più consistente della media globale, la strada da percorrere è ancora lunga prima di arrivare ad un inflazione fissata al 2%.

Il prezzo del petrolio resta sotto i 48 dollari al barile sui mercati a causa delle incertezze che ancora persistono, fra paesi Opec e non, sul prolungamento dei tagli alla produzione. Il greggio Wti del Texas scende di 13 centesimi a 47,84 dollari al barile mentre il Brent cede 3 centesimi a 50,77 dollari. Cinque paesi hanno chiesto nei giorni scorsi una estensione del taglio alla produzione da mettere nell’agenda del vertice Opec di aprile ma la Russia, che dell’organizzazione non fa parte ma ha aderito all’ultima intesa, ha chiesto tempo per esprimere una decisione. Le incertezze legate all’amministrazione americana continuano a spingere al rialzo l’oro. Il lingotto, cresce a 1258 dollari l’oncia, in aumento dell’1,23%.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close