Per risolvere il problema degli Npl (prestiti non performanti, ndr) delle banche italiane bisogna andare avanti con il fondo Atlante e accelerare dopo la Brexit, senza dimenticare per che le turbolenze del mercato sono dettate da ragioni che esulano i fondamentali. Lo ha dichiarato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine del convegno organizzato da Assinform e Confindustria digitale. Il modello Atlante mi sembra quello con cui continuare la strada che abbiamo intrapreso sugli Npl, che vengono dal calo del Pil di poco meno del 10% dal 2008 a oggi e quindi gli effetti sull’economia reale sul sistema bancario li abbiamo, ha affermato Boccia, aggiungendo che accelerare questa questione dopo Brexit potrebbe essere interessante.
Abbiamo troppi esperti di passato mentre ci vogliono pi esperti di futuro, ha detto ancora Boccia. Le turbolenze dei mercati sono una reazione di “ansia anche a fini speculativi” e “dobbiamo distinguere la questione di Borsa macro da alcune piccole criticit che il Paese ha, che non c’entrano per con i fondamentali dell’economia reale. Alla luce di questo, cerchiamo di seguire questa cosa senza eccessi di tensione e vediamo di recuperare tutte le situazioni possibili all’interno del Paese, ha aggiunto Boccia, sottolineando di evitare che il ribasso in Borsa possa determinare la svendita di alcuni pezzi del sistema bancario italiano. Mi sembra che questo sia il segnale su cui stare attenti.
Diventare protagonisti della rivoluzione digitale
Durante l’assemblea di Assinform, il presidente di Confindustria ha rivolto il suo appello agli associati, riuniti per la presentazione dell’ultimo rapporto sullo sviluppo digitale del Paese: Occorre cavalcare i nuovi trend di sviluppo e diventare protagonisti della rivoluzione digitale, sfruttandone le potenzialit che, in maniera traversale, attraversano tutta la filiera delle imprese.
I segnali sono confortanti e per questo Boccia, scherzosamente, ha affermato di superare in ottimismo Obama, e il claim della sua campagna elettorale, Yes we can. Io dico yes we must – ha detto Boccia – perch non c’ un piano B per la competitivit del Paese. I fattori di produzione ormai sono quattro – ha aggiunto – , accanto a capitale e lavoro ci sono conoscenza e informazione.
Nella relazione presentata da Assinform c’ per Boccia l’industria che immaginiamo: ad alto valore aggiunto, che aggiunge servizi a i prodotti, ricca di idee, aperta, inclusiva. Ma non solo l’industria, anche il Paese deve essere cos. Noi ci crediamo, non abbiamo nostalgia del futuro. In questo Paese – ha concluso – abbiamo troppi esperti del passato. Noi abbiamo bisogno di esperti del futuro, questa rivoluzione vogliamo cavalcarla da protagonisti, senza paura.
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