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Bce, la crescita si rafforza. Draghi sui dazi: “Decisioni unilaterali pericolose”

Mar 8, 2018

MILANO – Come da attese, la Banca centrale europea non tocca i tassi ma lancia un primo segnale al mercato modificando leggermente il comunicato che segue la riunione di politica monetaria. Nei giorni della possibile esplosione di una battaglia commerciale globale, il governatore Mario Draghi dedica anche un pensiero a Donald Trump: “Decisioni unilaterali” sulle barriere al commercio “sono pericolose” e per quanto gli effetti iniziali delle tariffe saranno limitati, “preoccupa lo stato delle relazioni” internazionali. “Se metti tariffe contro i tuoi alleati, ci si chiede ‘chi sono i nemici?'”, ha detto Draghi.

Venendo alla politica monetaria, la nota dopo il Consiglio della Bce elimina la frase riferita al potenziale incremento del programma di acquisti in caso di necessità, un passaggio simbolo della posizione accomodante verso i mercati. Ma se la Bce lo fa, ragionano nelle sale operative, è perché la ripresa europea è solida e quindi non è più necessario specificare che si è pronti a fare da stampella alla crescita. Non a caso, Draghi in conferenza stampa sottolinea che la crescita dell’Eurozona prosegue a “un ritmo sostenuto” e “su base ampia”, e risulta “in qualche modo più rapida delle attese”.

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Nell’ultima riunione, nel dettaglio, il Consiglio ha deciso di eliminare la frase: “Se le prospettive diverranno meno favorevoli, o se le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione, il Consiglio direttivo è pronto a incrementare il programma di acquisto di attività (PAA) in termini di entità e/o durata”. Una mossa che in parte gli analisti attendevano, anche se non mancavano le voci di chi scommetteva perché il passo venisse fatto solo a giugno. Da Abn Amro, ad esempio, la definiscono una sorpresa. Non a caso, sul mercato valutario l’euro si è rafforzato subito dopo l’uscita del comunicato. Per gli esperti, in ogni caso, ciò non rappresenta un’accelerazione nel percorso di chiusura dei rubinetti: ci saranno sei mesi di tempo per azzerare gli acquisti e il primo rialzo dei tassi non avverrà che nella seconda metà del prossimo anno. Draghi ha ricordato che il passaggio era stato introdotto nel 2016, quando le condizioni erano ben diverse: “Abbiamo rimosso il riferimento alla possibilità di aumentare gli acquisti nel breve termine”, con una “decisione unanime”. Non ci sono “segnali o implicazioni” ulteriori.

Resta infatti – dal comunicato Bce – che il Consiglio direttivo si attende che i tassi di interesse di riferimento si mantengano “su livelli pari a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività”. Confermata dunque questa parte di ‘forward guidance’ sui tassi. Reiterato pure l’orizzonte del Quantitative easing: gli acquisti netti di attività proseguiranno al ritmo mensile di 30 miliardi di euro, “sino alla fine di settembre 2018, o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché il Consiglio direttivo non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi coerente con il proprio obiettivo di inflazione”. Le Banche centrali dell’Eurozona inoltre utilizzeranno i soldi incassati dai rimborsi dei bond in scedenza per acquistarne di nuovi “per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività e in ogni caso finchè sarà necessario.

Draghi ha ribadito che l’inflazione resta debole e servono ancora gli stimoli per arrivare all’obiettivo di prezzi vicini al +2% nel medio termine. L’Eurotower ha aggiornato le stime sulla zona euro: leggera flessione per l’inflazione con 1,4% quest’anno (come previsto a dicembre), 1,4% nel 2019 (da 1,5%) e 1,7% nel 2020 (confermato). Meglio la crescita quest’anno (2,4% contro il 2,3% stimato a dicembre), confermati il +1,9 e il +1,7% del prossimo biennio. Il governatore europeo ha voluto ricordare che un “protezionismo in aumento” e altri fattori globali, come l’andamento del cambio dell’euro, potrebbero rappresentare dei rischi per la crescita attesa per l’Eurozona.

Interrogato su cosa pensasse dell’esito delle elezioni italiane, il governatore si è limitato a ricordare che la disciplina fiscale è necessaria laddove ci sia alto debito pubblico. “L’euro è irreversibile”, ha poi aggiunto in risposta a una domanda che citava l’esito del voto in Italia come segnale di un’affermazione di forze antieuropee. Quanto alla reazione dei mercati al voto, è stata “limitata” come in altre recenti elezioni o importanti decisioni politiche.


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