Pugno sinistro in alto e coro sulle note Bella ciao. Un corteo antifascista fra le strade e i vicoli di Bari vecchia ha ricordato Benedetto Petrone, l’operaio diciottenne ucciso in un agguato da parte di una squadraccia missina in piazza Libertà, a quarant’anni di distanza. Il 28 novembre 2017 come il 28 novembre 1977. “Quella sera, appresa la notizia, subito ci mobilitammo tutti per organizzare il corteo e gli striscioni – ricorda l’architetto Arturo Cucciolla, che guida la testa del corteo – Oggi ci ritroviamo ancora in corteo, ma oltre a me e a quelli che c’erano quella notte ci sono tanti giovani e tanti studenti”.
Sono loro, i ragazzi che non hanno conosciuto Benedetto Petrone e che oggi hanno la sua età quando fu ucciso, a sfilare in prima fila con lo striscione. E a cantare davanti a casa della sorella Porzia Petrone: “Benny è vivo e lotta insieme a noi”. Perché, spiegano, “Benedetto è vivo non solo oggi, ma tutti giorni attraverso le nostre lotte e i valori dell’antifascismo”.
Porzia si commuove. “Sono emozionata. Grazie a tutti voi giovani, siete il messaggio di speranza e di antifascismo per questa città”. Il corteo antifascista, organizzato dal comitato 28 Novembre e dalle associazioni Arci, Rete della conoscenza, coordinamento regionale antifascista, Anpi, Cgil Bari, ha attraversato i luoghi di Benedetto: quella Bari vecchia in cui abitava e dove faceva militanza politica nella Fgci, la federazione dei giovani comunisti.
In strada Palazzo di città
– una delle tappe della manifestazione – c’era la sezione Pappagallo del Pci. La manifestazione, con circa 300 partecipanti, è partita dalla strada intitolata a Petrone, all’ingresso di piazza Chiurlia, e si è conclusa in piazza Libertà davanti alla targa nel luogo in fu ucciso il 18enne. A rappresentare le istituzioni c’era il vicesindaco Pierluigi Introna, che ha messo in guardia dai pericoli del nuovo fascismo, raggiunto poi dal sindaco Antonio Decaro.