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Badanti, baby sitter, rider: in Italia 600mila lavoratori occasionali

Mag 5, 2018

MILANO – Traslocatore, tata o badante, steward agli eventi, personal trainer o parcheggiatore. Sono 592mila gli italiani che nel 2017 hanno svolto un’attività lavorativa “occasionale”, per meno di 10 ore alla settimana: 389 mila hanno prestato servizio come dipendenti e gli altri 203 mila come lavoratori autonomi.

Sono le cifre rilanciate dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, secondo il quale dal 2014 il numero di questi lavoratori è leggermente in calo sia a seguito della ripresa occupazionale sia della riforma dei voucher avvenuta l’anno scorso che ha “aumentato” il ricorso al lavoro irregolare. Una critica sulla quale s’innesta anche la lamentale delal Coldiretti, secondo la quale la riforma dei buoni lavoro ha fatto perdeere “almeno 25mila posti di lavoro occasionali tra le vigne per giovani e pensionati, durante l’ultima vendemmia. La riforma è stata un vero flop in agricoltura dove si stima infatti che – sottolinea la Coldiretti – nell’ultima vendemmia l’utilizzazione dei nuovi voucher sia risultata pari ad un valore inferiore al 2% di quello fatto registrare nell’anno precedente”.

Tornando ai dati della Cgia, lo stesso segretario degli artigiani Renato Mason ricorda come la cifra di 592 mila addetti sia sottostimata: “Sappiamo benissimo che questo settore presenta delle zone d’ombra molto estese, dove il sommerso la fa da padrone. Tuttavia, è interessante notare che queste occupazioni regolari sono ad appannaggio soprattutto di donne e pensionati e servono ad arrotondare le magre entrate familiari, soprattutto al Sud”.

Dalla ricognizione emerge infatti che tra le persone impiegate in lavori saltuari, due su tre donne occupate, principalmente, nei servizi alla persona, come domestiche, baby-sitter, badanti, o al servizio di attività legate alla cura della persona (parrucchiere, estetiste, centri benessere), “Un altro comparto dove si concentra un’incidenza molto elevata di occupati saltuari è l’alberghiero-ristorazione e i servizi alle imprese. Rispetto al 2007, il numero complessivo dei lavoratori saltuari è aumentato del 20,3 per cento”, dice la ricerca.

Occupati che lavorano meno di 10 ore settimanali (analisi per settore)

Anno 2017 (dati in migliaia)
Settori Occupati 1-10

ore settimana
Totale occupati Inc. % 1-10 ore

su totale occupati
Servizi: di cui 517 16.165 3,2
Servizi alla persona (*) 154 1.810 8,5
Alloggio e ristorazione 63 1.451 4,3
Servizi alle imprese (**) 92 2.567 3,6
Istruzione e sanità 122 3.477 3,5
Informazione e comunicazione 8 565 1,5
Commercio e riparazione auto-moto 47 3.288 1,4
Attività finanziarie e assicurative 7 638 1,2
Trasporto e magazzinaggio 12 1.110 1,1
Pubblica amministrazione 11 1.260 0,9
Agricoltura 25 871 2,9
Costruzioni 18 1.416 1,3
Industria 32 4.571 0,7
Totale Occupati 592 23.023 2,6
Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Istat. (*) Occupati presso parrucchiere, estetiste, centri benessere, attività artistiche e intrattenimento, personale domestico, riparazione di beni e di computer, compresi gli autonomi che lavorano in questi settori. (**) Attività immobiliari, professionali e altri servizi di supporto alle imprese.

Se si guarda all’età, l’incidenza degli occupati “occasionali” sul totale di quelli che lavorano in una determinata fascia d’età è al picco tra gli over 65 dove raggiunge il 6,9%. Seguono i giovani tra i 15 e i 24 anni (4,7 per cento). In valore assoluto però la coorte che raggruppa il maggior numero di occupati complessivi è quella tra i 45-54 anni (quasi 7 milioni di persone). Lungo la Penisola, il Centro vince per incidenza sugi occupati (se in Italia è pari al 2,6 per cento, nel Centro la quota sale al 3 per cento). In termini assoluti, invece, è il Mezzogiorno a presentare il numero più elevato: 171 mila persone, contro i 148 mila sia al Centro sia a Nordovest e 125 mila a Nordest.

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