Dimmi come ti comporti al volante e ti dirò chi sei. La fotografia scattata dalla Fondazione VINCI Autoroutes con il 14° Barometro europeo della guida responsabile è tutto fuorché virtuosa. I difetti riscontrati nella società contemporanea sembrano essere rispecchiati a pieno dalla condotta al volante. “Egocentrismo, senso di onnipotenza, aggressività…”, intitola il rapporto, basato sui dati raccolti da Ipsos su 12.413 persone in 11 Paesi europei, con particolare focus sull’Italia.
Meglio farsi un bell’esame di coscienza
Il sondaggio, svolto a cadenza annuale ad ampio raggio, dipinge un quadro poco rassicurante circa gli atteggiamenti tenuti dagli utenti della strada. Nello specifico, permette di monitorare l’evoluzione delle cattive e delle buone abitudini per contribuire a orientare meglio i messaggi di prevenzione. Che perdessimo facilmente la pazienza ce ne eravamo già accorti da tempo.
Basti fare una prova empirica, soprattutto nelle ore di punta, ad esempio di ritorno dal lavoro, quando, imbottigliati nel traffico, perdiamo le staffe in un batter d’occhio. Oppure apprendere certe storie, tipo l’imprenditore brasiliano di 64 anni brasiliano pronto a investire, sulla sua Lamborghini, il ladro che gli aveva appena sottratto il Rolex.
Ma un conto sono le impressioni, un altro i numeri e le rilevazioni portate ora a conoscenza suffragano i sospetti. Sebbene la tentazione sia sempre quella di guardarsi intorno, alla ricerca dei colpevoli, la morale della favola è intuitiva: guardiamoci allo specchio e facciamo un bell’esame di coscienza. Perché spesso noi stessi alimentiamo un sistema poco rassicurante e fingere il contrario equivarrebbe a mentire.
La colpa? Sempre degli altri
Gli automobilisti europei, riferisce il report, sono convinti di essere un esempio: il 97% cita almeno un aggettivo positivo per descrivere il proprio atteggiamento alla guida. Nella quasi totalità dei casi si definiscono vigili (75%), calmi (58%) o addirittura cortesi (29%). Giusto una minima parte riconosce di essere stressata, tuttavia quasi mai riconoscono di essere aggressivi (3%), pericolosi (1%) o irresponsabili (1%). Noi italiani diamo responsi simili alla media, anche se ci consideriamo più vigili (80%) e stressati (15%), e meno calmi (47%) o cortesi (20%).
Ora arriva, però, il primo paradosso. Nel descrivere la condotta degli altri al volante, l’80% dei conducenti (l’84% restringendo il campo alla nostra penisola) fornisce almeno un aggettivo negativo. In ordine decrescente, il termine maggiormente inflazionato è “irresponsabili” (43%, 49% in Italia), seguito da “stressati” (34%, 34%), aggressivi (30%, 25%) e “pericolosi” (28%, 35%).
Alcuni automobilisti riconoscono di comportarsi in maniera prese le redini della vettura. Si sentono protetti dall’abitacolo e perdono facilmente le staffe, certi di non correre nessun pericolo. Ad esempio, il 14% del campione (idem nel Belpaese) ha la sensazione di essere più nervoso, impulsivo o aggressivo rispetto a com’è nel quotidiano, il 19% (18%) ha l’impressone di trovarsi in una sorta di bolla e di prestare meno attenzione agli altri. Oltre un individuo su sette (15%, 13%) ha totale sfiducia, pronto ad affermare che, sulla strada, “ognuno pensa a sé stesso”.
In linea col trend degli ultimi anni, rimangono alti (l’83% in Europa, l’88% lungo lo Stivale) i livelli di coloro che temono il carattere “fumantino” degli altri durante la circolazione. Eppure, un nutrito gruppo ci mette del proprio per contribuire a un clima teso: il 52% ammette di insultare gli altri conducenti (60%), il 50% di suonare il clacson a sproposito ai guidatori rei di irritarlo (55%), il 31% di stare attaccato, in maniera deliberata, al veicolo di qualcuno che lo infastidisce (29%), il 21% di scendere dal mezzo per discutere (28%).
Gli errori comuni
Relativamente alle infrazioni del codice stradale, l’85% dichiara di superare il limite di velocità indicato dalla segnaletica (80%), il 58% di non osservare le distanze di sicurezza (56%), il 53% di circolare in autostrada sulla corsia centrale, benché quella destra sia libera (50%) e il 35% di sorpassare a destra in autostrada (27%).
Il 77% utilizza lo smartphone o imposta il GPS mentre guida (74%), il 67% telefona mentre è al volante (68%) e il 44% lo fa regolarmente (50%). È sempre maggiore il ricorso al Bluetooth, col 57% che se ne serve per chiamare (56%). Tra coloro che telefonano, il 14% ha già avuto o sfiorato un sinistro a causa della propria trasgressione (17%). Infine, l’84% dei conducenti riconosce di togliere, talvolta, gli occhi dalla strada per oltre due secondi quando è al volante (82%).
Il 38% degli intervistati afferma di mettersi alla guida nonostante si senta parecchio stanco (30%). Di questi, il 38% ha già avuto l’impressione di essere assopito al volante (25%), il 18% di aver già avuto un incidente o quasi dettate da un colpo di sonno (14%) e il 38% di non arrestare la marcia per concedersi un pisolino (27%).
Guida sotto effetto di sostanze
Una grave inottemperanza, purtroppo, diffusa consiste nell’usare la macchina sotto effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti. Il 17% dei maschi di età compresa tra i 25 e i 34 anni (18% degli italiani) lo ha fatto in stato di ebbrezza e il 9% (12%) dopo aver fumato una cannabis, che sale al 26% prendendo esclusivamente a riferimento coloro che si erano concessi qualche bicchierino di troppo. Il 40% che ha guidato sotto effetto di sostanze alcoliche ha già avuto o sfiorato un incidente per via di tale eccesso (55%).
A quanto pare, prima di assumere dei provvedimenti occorre la tragedia. Infatti, l’89% del campione rimasto personalmente coinvolto in un incidente (o sfiorato) oppure ha avuto una persona cara rimasta uccisa o gravemente ferita in un sinistro, ha cambiato comportamento sulla strada (93%). Di loro, l’82% dichiara di essere più vigile (77%), il 77% più rispettoso del codice (75%) e il 30% più stressato quando prende la vettura (34%).
“l ritratto degli europei al volante che emerge da questa nuova edizione del Barometro della guida responsabile – commenta Bernadette Moreau, delegata Generale della Fondazione VINCI Autoroutes – riflette una società divisa tra la paura di una crescente violenza, anche sulla strada, e la difficoltà per tutti, a prescindere dall’età, di adottare azioni concrete per ridurla. Rispettare le regole del codice della strada, essere consapevoli delle conseguenze delle proprie azioni per sé e per gli altri, controllare l’impulsività e resistere all’individualismo sono tutti modi per contrastare la violenza sulle strade e la violenza in generale”.