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Apple contro i telefonini ai concerti

Giu 30, 2016

ADELE e Joe Jackson sono arrivati a maltrattare i propri fan che dalle prime file li riprendevano con i telefonini, per non parlare di Keith Jarrett che se vede una luce in platea si alza e se ne va. In America ai concerti di Alicia Keys vengono distribuite custodie che bloccano l’uso dei cellulari, fino al termine dello show. Gli artisti le hanno provate tutte, dagli inviti a spegnere i cellulari fino al “Godetevi lo spettacolo, siamo qui dal vivo e in carne ed ossa per voi”, ma la battaglia è impari, il fascino del selfie sotto-palco sembra irresistibile. Fino ad oggi, almeno.

Succede infatti che la tecnologia, dopo aver liberato i suoi demoni, corra ora ai ripari contro se stessa. Secondo il blog Patently Apple, l’azienda di Cupertino ha brevettato già nel 2011 una complicata tecnologia che inibisce l’uso delle fotocamere dei suoi telefoni in luoghi in cui ne sia vietato l’utilizzo. E qualche giorno fa la Apple ha ricevuto la licenza per la commercializzazione del nuovo software, che consiste in un piccolo sensore a raggi infrarossi piazzato nelle vicinanze del palco in grado di bloccare le riprese da parte degli spettatori: all’accensione della fotocamera, infatti, sullo schermo del telefonino apparirebbe un avviso di blocco della funzione fino al termine dello show. Ma lo stesso sistema potrebbe trovare applicazione anche in altri luoghi sensibili per l’utilizzo di cellulari, come i musei.

Nella musica troverebbe comunque la sua applicazione più clamorosa. Da tempo ormai la platea dei grandi eventi, come i concerti negli stadi, si illumina grazie agli schermi di migliaia di cellulari accesi per riprendere video. Si assiste a registrazioni dell’intero concerto, con una qualità ormai anche in HD e di ripresa sonora al cui confronto i vecchi bootleg impallidiscono. I video vengono poi caricati sui vari social oppure spezzoni di concerto vanno in diretta su Periscope e Facebook Live sollevando problemi per quanto riguarda copyright e contratti di licenza. Mentre sui social network monta già qualche polemica per la limitazione della propria libertà o per il danneggiamento della visioni che le luci degli schermi comportano.

Ma una voce in controtendenza, in difesa dei fan dei concerti si alza dal presidente di Assomusica, Vincenzo Spera, che guida l’associazione che riunisce gli organizzatori di concerti: «Il piacere di ascoltare la musica resta un valore assoluto che non deve essere guidato dal commercio, e dietro queste misure io credo ci sia anche la volontà di favorire la commercializzazione di video e foto ufficiali con l’artista. Non va dimenticato che chi va ad un concerto lo fa per vivere un’esperienza indimenticabile, che solo un video o un selfie ai suoi occhi può certificare. Come faccio a dire ad un ragazzo che il suo cellulare deve essere bloccato dopo che ha fatto un viaggio di 300 chilometri per potersi fare una foto sotto al palco di Vasco in uno stadio pieno? Gli aspetti commerciali non devono sopraffare quelli emotivi, che sono importanti allo stesso modo».

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