AGI – Si frequentavano da tempo, erano felici. Lui, Vincenzo Nocerino, 20 anni, aveva chiesto l’auto in prestito al padre ieri sera. Voleva uscire con la sua fidanzata, una 21enne iraniana, da alcuni anni a Napoli per studiare. Una panino in centro e poi verso casa nella periferia nord di Napoli, Secondigliano, quartiere noto alle cronache agli inizi degli anni duemila per la faida tra clan, ma in realtà storico municipio agricolo alle porte della città.
A fine serata i due giovani hanno deciso di appartarsi nel garage del palazzo dove lui abitava, in via Fosso De Lupo. C’era freddo e probabilmente per questo hanno lasciato il motore acceso per riscaldare l’abitacolo. Forse non si sono accorti che stavano lentamente morendo. Li hanno trovati vicini, nudi e privi di vita, prima svenuti e poi soffocati dalle esalazioni dei gas di scarico che hanno invaso il box auto e l’interno della vettura. Il garage era chiuso e l’aria non circolava.
A trovare i cadaveri è stato il padre di Vincenzo, che, non vedendolo tornare a casa, ha iniziato a cercarlo, andando a controllare in garage e trovando alle 8.30 di questa mattina il motore ancora acceso e il gas che aveva impregnato tutto il locale. I carabinieri hanno delimitato l’area e fatto allontanare decine di curiosi, gente del posto che davanti alle divise e al nastro bianco e rosso credeva che quei due corpi potessero essere di persone uccisi dalla camorra. La zona, infatti, è stata per anni al centro di feroci faide.
Saranno le analisi e gli accertamenti anche autoptici disposti dal pm di turno a confermare le cause e la dinamica della morte, ma la pista di un incidente fatale è quella prevalente dopo le minuziose prime indagini dei carabinieri. Che ancora indagano non trascurando alcuna possibilità e visionando le immagini delle telecamere per controllare i movimenti di Vincenzo e della sua ragazza.