L’ordine dei francescani minori, dopo lo scandalo del “buco” da 20 milioni di euro nelle casse, vogliono andare a fondo delle responsabilità e hanno chiesto l’imputazione coatta di tre frati, ex amministratori di tre enti collegati alla famiglia religiosa di san Francesco. Il giudice delle indagini preliminari di Milano Maria Vicidomini ha dato loro ragione, imponendo alla Procura di procedere con la richiesta di processo. È stata respinta infatti la richiesta di archiviazione avanzata dai magistrati inquirenti e contro la quale si era opposta la Casa Generalizia dell’Ordine dei Frati Minori.
L’inchiesta, scattata dopo la voragine finanziaria emersa nel 2014, vedeva indagato anche un “sedicente investitore-fiduciario”, Leonida Rossi, poi morto suicida. Le indagini hanno portato i magistrati fino in Svizzera per ricostruire le trame che hanno
portato a sottrarre il denaro dalle casse dei frati, frutto di lasciti e donazioni e anche affitti di immobili. Una serie di traffici che si sarebbero protratti per circa otto anni.Investimenti sballati e sottrazione di denaro che avrebbero messo in ginocchio l’ordine, presente in 110 Paesi del mondo. Tanto che il ministro generale dei frati, padre Michael Perry, una volta eletto fu costretto a chiedere una colletta alle province religiose per aiutare la Curia generalizia.