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Allarme del sindaco di Montereale: «Tempi più veloci o il Paese muore»

Gen 28, 2017

In terremoto veritas: Massimiliano Giorgi, il sindaco poliziotto di Montereale ( assistente capo della Stradale all’Aquila uno degli italiani senza gradi e senza stellette che manda avanti il Paese) a dieci giorni dal terremoto di magnitudo 5.3 che ha colpito il suo paese – nemmeno 3mila abitanti di cui oltre i due terzi sopra i 65 anni e sparsi in una trentina di frazioni – ha deciso di dire tutta la verit e nient’altro che la verit sul terremoto, la ricostruzione e la crisi economica che attanaglia il suo paese.

A Giorgi lo spettacolo che si srotola sotto i suoi occhi, Amatrice a venti chilometri da qui, non piace per niente: Bisogna cambiare marcia. Subito. Ricostruire Montereale o Amatrice in dieci anni equivale a buttare soldi pubblici dalla finestra. Gli eventi straordinari vanno fronteggiati con provvedimenti straordinari. Se dobbiamo ricostruire con la solita burocrazia italiana, andiamo a sbattere contro un muro. Io l’ho detto al sottosegretario Paola De Micheli: se uno Stato non d risposte alle persone deboli non uno Stato. Amatrice un fallimento. Il sindaco Pirozzi si svegliato tardi. Se il sistema non va, bisogna cambiarlo. A patto che i primi cittadini stiano tutti dalla stessa parte, altrimenti da questa situazione non ne usciamo pi.

Il pomo della discordia sempre quello: la consegna delle casette. Sei mesi per Giorgi sono tempi biblici. Anche la ditta pi scrausa in grado di produrre 30 casette di legno in un mese e mezzo. Ad Amatrice di mesi ce ne sono voluti pi di sei.

Il sindaco Giorgi costretto a fronteggiare situazioni molto complicate. Franco Cesari, un commerciante di Torrita di Amatrice con casa a Montereale, ha nel nucleo familiare una moglie temporaneamente invalida in attesa di subire un intervento chirurgico alla spina dorsale e il padre ottuagenario e incontinente con il Parkinson. La moglie per ora ospitata in un tendone con 200 posti letto, assistita dalle volontarie e dalle amiche. Pura sopravvivenza, senza una doccia in un ambiente caldo a portata di mano.

La casa di Franco in teoria dovrebbe essere agibile, anche se non c’ stata nessuna ricognizione da parte degli esperti. Se rimango nel mio appartamento come far a tirare fuori mia moglie e mio padre nel caso molto probabile di un’altra scossa? Un Map all’Aquila risolverebbe i nostri problemi, ma alla Protezione civile sostengono che non ne abbiamo diritto.

Ai Cesari stata offerta una stanza d’albergo, ma Franco ha declinato: con due familiari immobili a letto la vita in un hotel sarebbe complicatissima.

Altre famiglie di Montereale sono state dirottate all’Aquila, dove sono disponibili 55 Moduli abitativi provvisori costruiti dopo il 2009 e ben 372 alloggi sparsi nelle 19 New Town, quello che all’epoca pass sotto il nome di Progetto C.a.s.e. (Complessi antisismici sostenibili ed ecocompatibili). A Scoppito per fortuna ha riaperto le sue porte il Villaggio Sanofi, destinando una trentina di casette di legno costruite dallo stabilimento farmaceutico agli sfollati dell’Alto Aterno.

Una soluzione transitoria perch il sindaco Giorgi non vuole che il paese si svuoti: Vivevamo grazie al turismo dei romani di luglio e agosto. Con due mesi si riusciva a tirare avanti per il resto dell’anno: adesso sono scappati tutti a Roma. E quando in una delle 36 frazioni chiude un negozio di generi alimentari, per noi un dramma sociale.

Per questo a Montereale le 150 casette di legno dovranno arrivare al massimo entro tre mesi. Siamo quasi a febbraio, si tratterebbe di stringere i denti fino a Pasqua dice il sindaco-poliziotto.

Con una certezza, che ha distillato in queste interminabili giornate post terremoto: Finch ci chiedono di rattoppare le cose che non vanno con le pezze a colori, tra vincoli di bilancio e patto di stabilit, il Paese non andr avanti.

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