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«Adotta un film»: così produttori, distributori ed esercenti provano a rilanciare il cinema italiano

Mar 9, 2018

Nell’era di Netflix e del boom di piattaforme on demand il cinema italiano scommette sul caro vecchio “passaparola”. Grazie all’iniziativa Adotta un film” che vede allineati un produttore (Rai Cinema), un distributore (01 Distribution) e due maxi-esercenti (Uci e The Space). Uniti stavolta nella promozione di Metti la nonna in freeezer: una dark comedy che segna l’esordio alla regia di Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi. E che rappresenta il quarto tentativo di aprire a un’opera prima le porte dei multiplex generalmente riservati ai pesi massimi d’oltreoceano o alle grandi produzioni di casa nostra. L’obiettivo dichiarato – spiega Luigi Lonigro, direttore di 01 Distribution – bissare il successo di pubblico e di critica dei suoi predecessori: Smetto quando voglio (2014), Se Dio vuole (2016), Veloce come il vento (2016).

La macchina promozionale

La strategia di “Adotta un film” apparentemente semplice. Si comincia con una pre-anteprima gratuita (che si svolta marted scorso e ha visto la partecipazione di 10mila spettatori “fedeli” per un totale di 75 schermi coinvolti) a cui segue il passaparola dal vivo e sui social e la promozione classica con interviste, trailer, pubblicit. Al Sole 24 Ore Lonigro illustra come viene scelto il lungometraggio da “adottare”: della quindicina di opere prime prodotte da Rai Cinema ogni anno il distributore redige una short list di 4-5 titoli e da quella, insieme a Uci e The Space, sceglie poi la pellicola su cui puntare.

La scommessa da vincere

I motivi per cui si deciso di scommettere su Metti la nonna in freeezer sono pochi e semplici. A cominciare da un cast ritenuto “giusto” e dalla freschezza di pensiero dimostrata dai due giovani autori materani. I quali partono da uno spunto di cronaca – un maresciallo delle Fiamme gialle (Fabio De Luigi) chiude entrambi gli occhi sul crimine commesso dalla compagna (Miriam Leone), una ricercatrice precaria che strozzata dai ritardi nei pagamenti delle Pa nasconde il cadavere della nonna (Barbara Bouchet) per continuare a incassarne la pensione – e lo contaminano con un uso della musica e del ritmo tipicamente a stelle e strisce. Ne viene fuori una commedia amara e scanzonata che sembra poter ripercorrere le fortune dei tre film promosso con lo stesso meccanismo.

Metti la nonna in freezer – il trailer

I precedenti a favore

A parlare il box office. Smetto quando voglio ha incassato circa 4 milioni, a cui vanno aggiunti gli introiti analoghi ottenuti dai due sequel. Sulle stesse cifre si assestato Se Dio vuole mentre Veloce come il vento si fermato a 2,5. Avendo il merito per di riportare sul grande schermo Stefano Accorsi dopo la lunga parentesti teatrale soprattutto oltreconfine e lo sconfinamento televisivo di 1992. A sentire Lonigro ”Adotta un film” uno di quei rari progetti in cui l’industria cinema produzione/sistribuzione/esercizio riesce a fare sistema. Concetti condivisi dai due esercenti. Per Tony Bradon, managing director di The Space Cinema, servono opere originali ma anche capaci di parlare a un pubblico ampio come quello dei multiplex e, per ottenere questo risultato, importante sostenere i giovani autori, dando loro visibilit. D’accordo anche Andrea Stratta, amministartore delegato di Uci Italia: per noi un dovere istituzionale sostenere le opere dei registi che gi oggi dimostrano grandi poteznailit di affermazione.

Il futuro del cinema italiano

Nel colloquio con Il Sole 24Ore tutti e tre sottolineano come al centro dell’intera filiera ci sia sempre il prodotto. E non un caso – aggiunge il direttore di 01 Distribution – che nel 2017, annus horribilis del cinema italiano al botteghino, non si sia riusciti a individuare un film da “adottare”. Per il 2018 lo scenario sembra diverso. Come conferma Lonigro: nei primi tre mesi di quest’anno il cinema italiano gi oltre il 30 per cento. Un segnale di vitalit in attesa che la nuova legge cinema varata a inizio 2017 e attuata nei mesi successivi faccia sentire i suoi benefici. A patto – il suo auspicio che sa anche di augurio – che l’industria cinematografica di casa nostra faccia un salto qualitativo per sfruttarla a pieno.

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