È tornata in Gallura per essere sentita come persona informata dei fatti, Parvin Tadjk, 59 anni, moglie di Beppe Grillo e madre del diciannovenne Ciro. “Non ho sentito nulla. Dormivo”: questa la testimonianza di ieri mattina – durata circa mezz’ora – davanti al capo della Procura di Tempio Pausania; Gregorio Capasso, sull’inchiesta per violenza sessuale di gruppo a carico del figlio e altri tre coetanei. I fatti contestati dalla studentessa con una denuncia sporta a Milano risalgono al 16 luglio: l’abuso sarebbe avvenuto nella casa di famiglia Grillo in Costa Smeralda dove i quattro ragazzi (gli altri sono i genovesi Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria) avrebbero portato a notte fonda la presunta vittima e un’altra ragazza dopo una serata trascorsa insieme al Billionaire con un gruppo più largo. Tutti rintracciati e sentiti dai magistrati, come anche il tassista che ha accompagnato la mattina successiva la studentessa e la sua amica ad Arzachena, dove soggiornavano.
L’appartamento del Pevero è diviso in due unità separate, gli inquirenti hanno già sentito i vicini di casa, nonché effettuato settimane fa il sopralluogo degli spazi accompagnati da perizie tecniche su distanze e posizioni delle stanze, nonché rilievi fonometrici. Secondo quanto riporta La Nuova Sardegna quest’ultima testimonianza della madre è stata richiesta dai difensori, tra tutti Enrico Grillo che ha blindato all’uscita qualsiasi dettaglio su dichiarazioni e contesto. Quella stessa notte insieme a Parvin Tadjk, di origine irananiana, nella stessa abitazione dormiva anche la donna di servizio. Ora il procuratore Capasso – che segue in prima persona le indagini insieme alla sostituta procuratrice Laura Bassani – intende andare avanti in modo spedito, come aveva già annunciato in piena estate quando era esploso il caso.
Al vaglio della Procura c’è tanto materiale: l’analisi sui file contenuti nei cellulari dei coinvolti (video, chat e messaggi) già sequestrati all’avvio dell’inchiesta. I fatti di quella notte sono stati immortalati in un video, girato da uno dei quattro. La perizia tecnica si è svolta il 12 settembre con attenzione anche alle comunicazioni social della ragazza e ai post su Instagram successivi alla presunta violenza. Il profilo del giovane Ciro è invece stato subito chiuso lo stesso giorno in cui si è appreso dell’inchiesta a suo carico: per il campione di savate – disciplina da combattimento – foto di serate spensierate, in località di vacanza – a bordo piscina e qualche frase volgare. Niente – anche prima della censura – sulle settimane sarde in compagnia degli amici.