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Abusi in oratorio nel Milanese, condannati educatore e prete: “Una tela di ragno intorno al ragazzino”

Feb 11, 2017

Subire abusi sessuali da un educatore dell’oratorio, chiedere aiuto a un prete e finire di nuovo in un gorgo di violenza e adescamenti. È arrivata a sentenza la triste storia del ragazzino di 15 anni che ha subito una violenza sessuale dall’educatore che frequentava il Centro giovanile salesiano della parrocchia di Arese, nel Milanese, e che aveva poi nuovamente subito le pressioni di quello che considerava “il suo padre spirituale”, un prete che in quei mesi prestava servizio coi ragazzi dell’oratorio.

Ieri il gup Stefania Donadeo ha inflitto una pesante condanna ai due imputati, così come era stato chiesto dal pm Cristian Barilli. Il prete, don Nicolò Migliorini, 30 anni, salesiano poi sospeso dal suo ordine, ha patteggiato una pena a un anno e mezzo per pornografia minorile e adescamento. L’educatore, Paolo Malini, 31anni, che doveva rispondere di violenza sessuale, è stato condannato a quattro anni. I due hanno anche risarcito la vittima con una somma record pari a 230mila euro, e per questo all’udienza di ieri la famiglia del giovane non era presente, avendo rinunciato alla costituzione di parte civile.

Il religioso, avevano scritto gli avvocati Nicola Brigida e Marcello Gentili nell’esposto presentato in procura per conto della famiglia, “tesse una vera e propria tela del ragno” intorno alla vittima, che si era rivolto all’educatore per un confronto su temi legati alla sessualità. Ma l’educatore, presentatosi a casa del ragazzo, lo costringe a un rapporto sessuale. Siamo a metà 2015. La vittima, dopo qualche settimana, si rivolge al salesiano che mesi prima aveva trascorso un periodo ad Arese, e che lui considerava il “suo padre spirituale”. I due iniziano a dialogare in chat, finché il prete lo convince della normalità di quanto accaduto. “Tanto

la confessione libera da ogni peccato”, avrebbe detto il salesiano al minore. Poi su Facebook, è ancora il prete a inviare diverse foto delle sue parti intime al ragazzo. A cui propone un incontro. “Organizziamo, se vuoi, una cosa a tre, da lui e quando vuoi”, scrive on line.

Sarà un altro ragazzino, a cui la vittima inoltra le conversazioni in chat, ad allertare un altro prete della parrocchia di Arese, che informa prontamente i vertici dei Salesiani.

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