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Strade statali e provinciali, quali sono le differenze e perché sono importanti

Mag 7, 2024

Il Codice della Strada distingue fra le vie di comunicazione, classificandole sia dal punto di vista tecnico e sia amministrativo. Il nostro Paese è dotato di autostrade, strade extraurbane principali e secondarie, strade urbane di diverso tipo, strade locali, piste ciclopedonali e strade di servizio. Ognuna di queste categorie ha specifiche funzioni e regolamenti, progettate per ottimizzare il flusso di traffico e assicurare la sicurezza degli utenti.

Dal punto di vista amministrativo, le strade vengono suddivise in categorie che comprendono le strade comunali, le strade vicinali e quelle a uso privato. Le strade comunali comprendono quelle extraurbane di rilevanza comunale, essenziali per connettere il capoluogo con le frazioni circostanti o altri nodi strategici come stazioni, aeroporti e porti.

Le strade statali, regionali e provinciali attraversano i centri abitati con più di 10.000 residenti e sono gestite a livelli amministrativi superiori rispetto alle strade comunali, assicurando la connessione tra diverse regioni e province.

Le strade vicinali sono infine una categoria meno conosciuta. Possono essere pubbliche o private e non rientrano nelle categorie statali, regionali, provinciali o comunali.

Quali sono le strade statali

Le strade statali sono classificate come tali quando:

collegano le principali direttrici di traffico nazionale;
connettono la rete stradale principale dello Stato con quelle degli stati confinanti;
uniscono i capoluoghi di regione o di provincia tra diverse regioni, oppure stabiliscono collegamenti diretti tra altre strade statali;
integrano alla rete delle strade statali i porti marittimi, gli aeroporti e i centri di grande rilievo industriale, turistico o climatico;
servono traffici interregionali o rivestono un’importanza strategica per l’economia di ampie aree del territorio nazionale.

Queste strade sono gestite dall’Anas, società sotto il controllo del Ministero dell’Economia e coprono un network che si estende per circa 18.000 chilometri attraverso il Paese. Le strade statali sono identificate dalla sigla SS e sono tecnicamente classificate come:

strade extraurbane principali (tipo B);
strade extraurbane secondarie (tipo C);
strade urbane (tipo D, E) quando attraversano centri abitati.

La numerazione di queste strade varia dalla SS 1, l’Aurelia, istituita nel 1928 e una delle più storiche arterie d’Italia, fino alla SS 741. Oltre alle strade statali, alcune autostrade sono anche considerate di proprietà statale, evidenziate dalla sigla A.

Quali sono le strade provinciali

Secondo il Codice della Strada, le strade provinciali hanno un ruolo fondamentale per il collegamento delle aree di una provincia, facilitando l’accesso e la comunicazione tra i capoluoghi dei comuni e il capoluogo di provincia. Rivestono anche un ruolo centrale nell’integrare i capoluoghi di comune alla rete stradale statale o regionale, soprattutto quando queste connessioni sono essenziali per lo sviluppo industriale, commerciale, agricolo, turistico o climatico della regione.

Identificate dalla sigla SP, le strade provinciali sono di proprietà del demanio e gestite dalle amministrazioni provinciali. Queste strade variano in numero e caratteristiche da una provincia all’altra, riflettendo le necessità e le peculiarità territoriali locali. Dal punto di vista tecnico, le strade provinciali sono classificate in diverse categorie:

tipo B, che comprende le strade extraurbane principali, progettate per gestire un volume di traffico elevato e connettere importanti nodi territoriali;
tipo C, ossia le strade extraurbane secondarie, che servono per collegamenti meno intensi ma comunque importanti;
tipo F, le strade locali extraurbane, destinate principalmente a servire aree specifiche con meno traffico e requisiti di accesso localizzati.

Ci sono anche le strade comunali

Le strade urbane di scorrimento, le strade di quartiere e le strade locali situate all’interno dei centri abitati con una popolazione superiore ai 10.000 abitanti sono classificate come strade comunali. Questo regime si applica a tutte le normali strade urbane situate nei centri abitati, eccetto per quei tratti di strade statali, regionali o provinciali che attraversano località con meno di 10.000 abitanti.

Secondo il Consiglio di Stato, un centro abitato è un agglomerato di almeno 25 edifici, anche se intervallati da strade, giardini o altri spazi. La delimitazione di un centro abitato, come stabilito nel Codice della Strada, serve per indicare l’area in cui le interazioni tra le strade e l’ambiente circostante richiedono una maggiore cautela da parte degli utenti della strada, imponendo norme di comportamento specifiche.

Questa delimitazione definisce anche le responsabilità e le competenze territoriali tra il comune e gli altri enti gestori delle strade. Nei centri con meno di 10.000 abitanti, i tratti interni sono considerati parte della rete stradale superiore, mentre nei centri più grandi queste strade rientrano nella giurisdizione comunale.

La conformazione disordinata di un comune, con case sparse lungo le arterie principali, non influenza la classificazione di un’area come centro abitato, poiché il Codice della Strada utilizza criteri strettamente funzionali alla circolazione.

Non solo, ma il Regolamento del Codice della Strada prevede che, quando due insediamenti contigui soddisfano i criteri di centro abitato e l’intervallo tra di loro è insufficiente per richiedere un duplice cambiamento di comportamento da parte degli utenti, si proceda alla delimitazione di un unico centro abitato. Se gli insediamenti appartengono a comuni diversi, si applicano delimitazioni separate ma contigue, segnalando il termine di un centro abitato e l’inizio del successivo lungo la stessa sezione stradale.

Cosa cambia tra le strade statali e provinciali

Le strade statali, identificate dalla sigla SS, sono arterie di collegamento tra le varie regioni del Paese, con alcune eccezioni che vedono la gestione a livello regionale.

Le strade provinciali, contrassegnate dalla sigla SP, sono di proprietà statale ma affidate alla gestione delle rispettive province. Questi percorsi connettono i comuni all’interno delle province e semplificano il trasporto e la comunicazione a livello locale.

Sia le strade statali sia quelle provinciali sono identificate sui cartelli stradali da un rettangolo a sfondo blu con la sigla corrispondente in bianco seguita da un numero. Questo sistema di segnalazione aiuta gli utenti della strada a navigare attraverso la vasta rete viaria italiana.

Le strade statali e provinciali che attraversano centri abitati con una popolazione superiore ai 10.0000 abitanti passano sotto la competenza comunale.

Perché è importante conoscere la differenza

Non tutte le strade su cui viaggiamo sono gestite allo stesso modo. Oltre alle differenze fisiche come il tipo di manto stradale o la larghezza della carreggiata, esistono distinzioni in termini di titolarità giuridica. Sono importanti perché distinzioni possono avere implicazioni quando si tratta di richiedere risarcimenti per danni causati da cattive condizioni.

Le strade statali e provinciali si caratterizzano per due livelli di gestione stradale, ognuno con le proprie responsabilità. Le strade statali collegano grandi direttrici di traffico, città e punti nevralgici come porti e aeroporti, e sono essenziali per la mobilità su scala nazionale. Le strade provinciali connettono i vari comuni all’interno di una stessa provincia: la gestione comprende la manutenzione e l’assicurazione che siano in buone condizioni per la sicurezza degli utenti.

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