Che crediate o meno di poter partire per Marte fra 10 o 20 anni, oltre alle questioni tecniche che abbiamo già visto c’è un’altra questione da affrontare: il progetto di Elon Musk è legale? Ossia: chiunque può far decollare dalla Terra un razzo con una navicella che trasporta 100 persone a bordo, atterrare su Marte e iniziare a costruirci una città?
Sembra banale, ma la domanda è lecita. Gizmondo ha interpellato Joanne Gabrynowicz, direttore dell’Istituto Internazionale di Diritto Spaziale, secondo cui Elon Musk al momento non ha nemmeno l’autorizzazione per spedire una singola sonda robotizzata su Marte, figuriamoci per portarci delle persone con voli a cadenza regolare.
Benché non ci sia un quadro giuridico che regoli la colonizzazione marziana, infatti, esistono già delle istituzioni preposte ad autorizzare qualsiasi tipo di missione spaziale, e da cui si deve ottenere il benestare per poter procedere. Negli Stati Uniti è la Federal Aviation Administration (FAA) che concede le licenze per tutto ciò che va in orbita, e che ritorna sulla Terra. Ovviamente Elon Musk lo sa benissimo visto che i suoi razzi decollano e atterrano spesso, e sicuramente non mancherà di farsi autorizzare un volo per Marte, magari organizzato in collaborazione con la NASA.
Il problema potrebbe essere che “al momento non vi è alcun regime giuridico per le attività in orbita” ammette Gabrynowicz. Però questo non costituisce un grosso problema, nella misura in cui per fare qualcosa in orbita bisogna pur decollare dalla Terra.
Ecco il motivo per il quale oggi qualsiasi azienda statunitense desideri fare qualcosa nello Spazio deve essere autorizzata dalla FAA o dal Dipartimento di Stato. Un esempio iconico, che Oltreoceano ha scatenato molte polemiche, è stato quello di Moon Express, il concorrente del Google LunarX-Prize che ha ricevuto una valutazione favorevole dalla FAA per spedire il suo payload facendo atterrare un lander robotico sulla Luna. In sostanza l’ente ha deciso che il payload non avrebbe danneggiato persone o messo in pericolo la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Di fatto era la prima volta che un’azienda privata statunitense riceveva il permesso esplicito di atterrare su un corpo celeste. Da una parte c’è stata l’esultanza delle aziende che stanno progettando attività commerciali legate allo Spazio, dall’altra grande allarmismo. La FAA ha dovuto chiarire che Lunar Express non costituisce un precedente, e che chiunque intenda inviare qualcosa nello Spazio dovrà comunque sottoporsi a tutte le verifiche del caso in maniera indipendente perché la valutazione viene fatta caso per caso.
Fin qui quindi possiamo dire che FAA permettendo, Musk potrebbe spedire senza grossi problemi missioni senza equipaggio su Marte. Sulle missioni umane la questione è più complessa, perché se l’ente valuta che la missione non deve arrecare danno a persone, e lo stesso Musk ammette che i primi coloni potrebbero morire, è difficile pensare a un esito positivo della risposta.
Ma i problemi non si fermano alla FAA. Come molti sanno, gli Stati Uniti hanno sottoscritto insieme ad altri paesi l’Outer Space Treaty del 1967. Se SpaceX dovesse costruire una città su Marte potrebbe violare la norma secondo cui qualsiasi corpo celeste è patrimonio comune dell’umanità e nessuno può rivendicarne la proprietà, anche di un solo pezzetto. Chi vivrà su Marte quindi sarà un abusivo?
Inoltre potrebbe violare la norma che impone di evitare una “contaminazione dannosa dei corpi celesti“. Non ultimo, ricordiamo poi che lo stesso trattato vieta espressamente l’uso di armi nucleari, e se ricordate la proposta di Musk per terraformare Marte è proprio l’impiego del nucleare…
Gabrynowicz conclude che “non ci sono risposte [legali] per gli esseri umani”, ma bisognerà cercare la risposta a una serie di domande: “quale sarà lo stato dei viaggiatori: impiegati, turisti, equipaggio? Che tipo di accordi contrattuali ci saranno tra queste persone e le industrie spaziali? Ci sarà un qualche scambio di denaro?”. Le domande sono molte e per rispondere occorre innanzi tutto colmare le lacune normative attorno alle attività commerciali nello Spazio, quindi affrontare le questioni etiche e legali legate all’invio di miglia di coloni su un pianeta extraterrestre, da parte di un’azienda. In mancanza di questo, lo Spazio finirebbe per essere il selvaggio west.
Probabilmente sarà più facile costruire razzi e navicelle spaziali che ci portino su Marte che dirimere tutti questi dubbi.