Caos alle porte. O meglio, ai portoni delle scuole. La prima campanella suonerà il 15 settembre. Significa che ci sono 19 giorni per disinnescare due mine piazzate sul tavolo della direzione scolastica regionale. Sono due numeri: 780 cattedre ancora scoperte in regione, a seguito dei trasferimenti dei prof. E soprattutto un boom di quasi 4 mila ricorsi sollevati dai docenti delusi dalle assegnazioni. Si definiscono “deportati al Nord”, orfani di una scuola vicino casa in cui insegnare. “La Campania è una delle regioni più complesse”, si lascia sfuggire Luisa Franzese, direttrice scolastica regionale. Filo diretto in queste ore tra l’ex provveditorato e gli istituti campani.
Il ministero ha assegnato le province ai prof, i presidi stanno provvedendo alla chiamata diretta: ma a seguito delle operazioni del Miur restano posti disponibili, ancora da coprire. Solo dieci nelle primarie, 430 nelle superiori, 278 nelle medie, 62 all’infanzia. In totale 780. Sono cattedre di diritto, per cui ora si procederà con le immissioni delle Buona scuola dalle graduatorie e con i nuovi ingressi dal concorso in atto.
Un concorso che in Campania è in alto mare a fronte di regioni dove già si conoscono gli esiti. Per la primaria e l’infanzia non sono state ancora pubblicate le date delle prove orali: fermi agli scritti. Sono cominciati gli orali per le classi di italiano, storia e geografia delle medie. Iniziano la prossima settimana alle superiori per storia e filosofia. Insomma, altra sabbia nel motore del nuovo anno scolastico. La rabbia arma le ultime richieste dei docenti: bloccare le nuove assunzioni dalle graduatorie solo perché ci sono tanti colleghi assunti nel 2015 ma trasferiti al Nord.
Due cose che non si tengono insieme. D’altronde sono quasi 4 mila secondo i sindacati le liti in corso tra insegnanti campani e ministero. Tutta colpa dell’algoritmo che ha prodotto le assegnazioni. “Ha scontentato tutti, anche in altre regioni, non ha tenuto conto dei nostri punteggi”, dicono le insegnanti. Pare che la causa del flop informatico sia lo spacchettamento recente dell’appalto al Miur: il software a un’impresa, l’hardware a un altro gruppo, laddove prima era una sola delle aziende a gestire tutto. Di sicuro sono già 1353 i ricorsi inviati dalla Campania al ministero mercoledì: il dato non tiene conto delle scuole superiori e soprattutto di tutti i campani assegnati fuori sede che vorrebbero rientrare e che presentano ora il conto nelle regioni dove hanno la cattedra. Il bubbone sono le primarie: 751 i ricorsi nel solo ambito di Napoli.
Per questo, a conti fatti, si sfioreranno i 4 mila contenziosi: troppi se rapportati al totale dei movimenti in regione quest’anno, poco più di 7300. Si cercherà prima di conciliare: ossia, il ministero riconosce l’errore e concede una cattedra più vicina. Ma la posizione del Miur è nota: a fronte dei trasferimenti lamentati dagli assunti della Buona scuola, ci sono stati molti più rientri di docenti lontani da anni, assunti prima ancora del 2015. Un esempio su tutti, le superiori: mille prof che vanno via, 1400 che rientrano, un saldo quindi positivo.
“Chiediamo 1200 cattedre in più in Campania, 450 solo nella primaria”:
è la via d’uscita tracciata dalla Cgil. Nelle ultime ore l’ultima spiaggia avvistata dagli insegnanti sono i 3 mila posti di sostegno in regione. Ma all’orizzonte spunta la prossima battaglia dei prof: togliere il vincolo dei 3 anni che per la Buona scuola tiene legati i docenti alle attuali assegnazioni. Il motivo è semplice: l’anno prossimo scade il blocco della legge Fornero, si liberano un po’ di posti grazie ai pensionamenti. La Campania anticipa le mosse.