Zuckerberg riconosce una complessit sia tecnologica sia filosofica, afferma di non voler essere arbitro della verit ma si assume una responsabilit (editoriale?) elencando i provvedimenti gi presi e quelli in cantiere per – tornando alle parole di Obama – permetterci di distinguere fra argomentazioni serie e propaganda. Con la classificazione delle notizie, innanzitutto: da parte degli utenti, che possono segnalare quelle false; da parte della piattaforma, che deve imparare a individuare il materiale non autentico in modo autonomo; e con il supporto di terze parti. Facebook sta anche pensando di etichettare le notizie segnalate come false. Rimarrebbero in circolazione, quindi, ma sarebbero opportunamente contrassegnate. Come gi annunciato (anche da Google), il modello di business dei portali dedicati in modo specifico alle assurdit stato aggredito non permettendo l’acquisto di pubblicit. E, conclude Zuckerberg, giornalisti e altri attori del mondo dell’informazione continueranno a essere coinvolti nell’individuazione di misure anti-fake sempre pi efficaci.