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“Soldi dalla Svizzera e pagamenti in nero per gli atleti Pro Recco”

Nov 18, 2016

Tra il 2005 e il 2012 Gabriele Volpi avrebbe fatto arrivare ogni mese dalla Svizzera valigette piene di contanti che servivano per pagamenti in nero ai giocatori della Pro Recco (tra i quali anche l’attuale presidente della società di pallanuoto Maurizio Felugo), allenatori e dirigenti, nonché per le cosiddette “retrocessioni sulle sponsorizzazioni”.

Queste accuse, pesantissime, che raccontano quello che appare come il lato oscuro della squadra di pallanuoto più forte del mondo, arrivano dagli atti depositati in tribunale nell’ambito di due cause di lavoro.

La prima, conclusasi con una transazione, da parte della ex segretaria della Pro Recco Maria Orioli; la seconda, tuttora in corso, da parte di Giuseppe Spalenza direttore generale della società nonché ex amministratore delegato dello Spezia Calcio dopo un passato al Brescia di Roberto Baggio.

Tutti e due hanno visto interrompere bruscamente il loro rapporto di lavoro con la società di Volpi. Ed entrambi hanno avviato delle cause contro il tycoon divenuto ricchissimo con la logistica petrolifera nei porti della Nigeria, per ottenere sia il riconoscimento contrattuale di un lavoro dipendente, sia premi e incentivi che sarebbero stati definiti con accordi sottoscritti da tutte le parti.

Fatti, cifre e circostanze di cui si parla nelle due cause sono in tutto, o in parte, già noti a finanzieri e ispettori dell’Agenzia delle Entrate nell’ambito di filoni d’indagine in materia fiscale già aperti sulla squadra recchelina.

Marina Orioli che ha lavorato alla Pro Recco dal 2005 al 2012 racconta di aver “svolto anche mansioni non ufficiali… affidate direttamente dal presidente Gabriele Volpi”.

In particolare: “Tenere la contabilità non ufficiale, con redazione dei bilanci consuntivi, dei budget non ufficiali e gestione del cash flow non ufficiale”.

Poi la rivelazione clamorosa: “Ogni fine mese, dopo aver ricevuto una telefonata dalla Svizzera da parte della signora Floriana Robbiani della società Albion Finance di Lugano proprietaria della quota di Pro Recco, incontrava persone sconosciute e sempre diverse che le consegnavano denaro contante da impiegare per fare fronte a spese e oneri mensili quali premi ai giocatori e retrocessioni sulle sponsorizzazioni”.

Orioli spiega ancora più approfonditamente che ogni anno a fine estate nella villa di Volpi riceveva “precise indicazioni da quest’ultimo o dall’amministratore delegato in carica sulle modalità dei pagamenti da effettuare in nero ad atleti, allenatore e collaboratori”. Orioli aggiunge che ha sempre “ricevuto incarichi e direttive esclusivamente dal presidente Volpi e dagli amministratori delegati succeduti Enrico Marchisio, Sante Trezza, Giuseppe Spalenza, Giuseppe Porzio e da ultimo Angiolino Barreca ( quest’ultimo, arrivato nel 2012 avrebbe poi rivoluzionato il modello gestionale della squadra fino alla rottura con Volpi lo scorso anno, ndr )”.

Come se non bastasse il capitolo delle valigette con targa svizzera, ecco arrivare un’altra bordata nei confronti di Volpi. Repubblica ha raccontato per prima, nel 2012, di una verifica dell’Agenzia delle Entrate sulla Pro Recco.

Oggi, grazie alla causa Orioli, se ne conoscono risvolti segreti. “Nel mese di aprile 2011 – racconta l’ex segretaria –in occasione dell’accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate, raccoglievo tutta la documentazione necessaria all’indagine richiesta dall’ente che consegnavo personalmente ai funzionari”. Ma successivamente l’impiegata racconta di essere stata convocata da Volpi prima del suo interrogatorio negli uffici di via Fiume dell’Agenzia e in quell’occasione “ricevevo preventive e precise indicazioni dal presidente della società sulle risposte da rendere ai funzionari dell’Agenzia”. E visto che tra le contestazioni del fisco c’è la “riscontrata assenza di verbali di assemblea” Orioli sostiene di essere “stata obbligata dal presidente Volpi a redigere i suddetti verbali di assemblea che venivano poi consegnati all’Agenzia”.

È superfluo sottolineare come le dichiarazioni dell’ex segretaria della Pro Recco possano contenere vari rilievi di natura penale e come la signora si sia quindi esposta al rischio di una querela per calunnia da parte di Gabriele Volpi. Al momento risulta però che la causa si sia estinta a seguito di una transazione

con la quale la Pro Recco ha versato alla sua ex dipendente una somma in denaro.

Su tutta la vicenda, Repubblica ha chiesto a Volpi e Felugo un loro parere dopo aver inviato una dettagliata mail all’ufficio stampa della Pro Recco.

L’unica risposta arrivata è quella di Maurizio Felugo: “Io sono presidente del sodalizio sportivo solo da febbraio e non sono a conoscenza di quanto da voi indicato. Nego in ogni caso qualsiasi mio coinvolgimento”.

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