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“Il mio Rayem non ha dormito per due giorni. Mi chiedeva sempre: che ho fatto di male?”

Set 6, 2019

“Per due giorni non è riuscito a dormire. Era terrorizzato, piangeva continuamente. Mi chiedeva “cosa ho fatto di sbagliato, papà?” ed io non sapevo cosa rispondergli”. Dal 1995 in Italia, Bouazza Toubi ancora non riesce a capacitarsi dell’assurda aggressione subita dal figlio, Rayem, a soli tre anni preso a calci in una delle vie centrali di Cosenza.

Adesso come sta il piccolo?

“Ha ancora dolore, ma quello passerà insieme a lividi e contusioni. Anche oggi i medici lo hanno visitato e hanno detto che non c’è nulla di preoccupante, per fortuna. Psicologicamente però, ci preoccupa. Non riesce a capire cosa sia successo e piange disperato. Anche il fratello e la sorella sono inquieti, arrabbiati”.

E lei?

“Non riesco a capacitarmi. Quando mio figlio Housama mi ha chiamato per raccontarmi cosa fosse successo non riuscivo a crederci. In oltre vent’anni in Italia, non mi è mai successa una cosa del genere. Lavoro qui a Cosenza da vent’anni, la mia famiglia è qui, i miei figli crescono qui non ho mai avuto problemi”.

Ha mai pensato di andare via in questi giorni?

“Per giorni mi sono disperato, ma la città mi è stata vicina. C’è stata anche tanta gente coraggiosa, come la ragazza che ha denunciato tutto su Facebook. In tanti mi hanno espresso solidarietà. La polizia è stata rapida e ha trovato subito l’aggressore. Adesso che è stato fermato sono più tranquillo”.

C’è qualcosa che gli vorrebbe dire?

No. Semplicemente vorrei capire come ha fatto, proprio lui che ha una figlia, che la stava portando in giro in passeggino, a prendersela con un piccolino di tre anni. È incomprensibile l’aggressione immotivata di un adulto. Ma quella di un bambino è intollerabile”.

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