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Nuova forte esplosione dello Stromboli, cenere sulle case

Ago 28, 2019

STROMBOLI (Messina) – Una forte esplosione è avvenuta poco dopo mezzogiorno sullo Stromboli, con ricaduta di sabbia, cenere e altro materiale vulcanico. Stavolta dal lato del villaggio di Stromboli, anche questa volta un parossisma, apparentemente di entità leggermente minore rispetto alla scorsa esplosione.

Al momento stanno cadendo pomici dal cratere in direzione dell’abitato: “Stiamo monitorando la situazione, è ancora presto per dire di che entità si tratta, è ancora in corso”, ha spiegato Maurizio Ripepe, dell’universita di Firenze che monitora le bocche del vulcano. L’esplosione è stata avvertita anche da Salina. Al momento non si segnalano danni a persone o cose, tranne piccoli focali d’incendio sul versante di Ginostra del Vulcano. Cenere sul villaggio dal lato di Stromboli.

Un gruppo di turisti che si trovavano a Stromboli dopo l’esplosione sono scappati dalla spiaggia e sono radunati in piazza di fronte la chiesa di San Vincenzo. Stanno tutti bene, anche se sono molto spaventati. Il boato è stato molto forte e dopo l’esplosione il cielo si è oscurato. Sull’isola c’è una pioggia di cenere e materiali. La situazione sembra comunque sotto controllo. Il sindaco di Lipari Marco Giorgianni: “La situazione è sotto controllo, abbiamo lo stesso attivato tutte le procedure di protezione civile. Ho vietato per oggi l’attracco di mezzi non di linea”.

L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia rende noto che le reti di monitoraggio hanno registrato alle 12.17 una esplosione di forte intensita’ che ha interessato l’area centro-meridionale della terrazza craterica dello Stromboli. I materiali generati dall’esplosione sono ricaduti in tutta la terrazza craterica e lungo la Sciara del fuoco rotolando sino a raggiungere la linea di costa. Il fenomeno e’ anche visibile sul tracciato sismico.

“Ci aspettavamo questa esplosione, anche se non sapevamo il giorno esatto. Ma avevamo capito che dopo il 3 luglio l’attività eruttiva è rimasta molto alta, ci sono state diverse piccole esplosioni. E nell’ultima settimana ci sono state molte fuoriuscite di sabbia vulcanica”. A dirlo all’Adnkronos è Gianluca Giuffrè, abitante di Ginostra, frazione di Stromboli. “Per l’esperienza che abbiamo noi abitanti dell’isola sapevamo che sarebbe arrivata – dice ancora Giuffrè – Fortunatamente pare che questa volta sia andata meglio del 3 luglio. Ora vedremo se questo incubo è finito o se ci dobbiamo aspettare un’altra esplosione. Stromboli è un vulcano imprevedibile. Ma il peggio è passato. Nella speranza che questo serva ad accelerare l’iter per mettere in sicurezza le persone”.

Una esplosione analoga era avvenuta lo scorso 3 luglio. ‘Iddu’, ‘Lui’, come chiamano qui il vulcano, aveva fatto davvero male; un escursionista morto e un ferito non grave era stato il drammatico bilancio di un giorno e una notte di paura. La furia del vulcano si era scatenata alle 16.46 con una violenta sequenza esplosiva parossistica. Le telecamere di sorveglianza dell’Osservatorio etneo dell’Ingv avevano distinto due eventi esplosivi principali molto ravvicinati, trenta secondi l’uno dall’altro, preceduti un paio di minuti prima, alle 16.44, da alcuni trabocchi lavici scaturiti da tutte le bocche attive della terrazza craterica.

La colonna eruttiva si era innalzata per oltre due chilometri di altezza al di sopra della area sommitale disperdendosi in direzione sud-ovest. I prodotti generati dalla sequenza esplosiva erano ricaduti lungo i fianchi del vulcano: materiale e lapilli incandescenti che avevano provocato incendi su più punti. Segnalati anche circa venti eventi esplosivi minori. Dopo l’esaurimento della fase parossistica, l’ampiezza del tremore vulcanico era sensibilmente diminuita. Ma non la paura. Ad avere la peggio era stato l’escursionista 35enne Massimo Imbesi, nato a Messina e residente a Milazzo; era con un amico, un coetaneo brasiliano, ritrovato in stato di choc e disidratato, non in pericolo di vita.

Stavano percorrendo un’area libera, dove si può andare anche senza guida perchè al di sotto dei 400 metri, a Punta dei Corvi, a Ginostra. I vigili del fuoco di Lipari, trasportati dalla Capitaneria di Porto, hanno raggiunto attraverso una mulattiera l’area dove si trovavano i due e dove la rabbia del vulcano ha prodotto gli effetti più devastanti. Residenti e turisti si erano rifugiati in casa per paura dei lapilli, altri si sono gettati in mare; altri ancora hanno preferito andare via.

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