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Ponte Morandi, la relazione choc dei periti: «Corrosi fino al 100% i cavi di acciaio» – Il Messaggero

Ago 1, 2019

L’inchiesta vede indagate 71 persone, insieme alle due società Autostrade e Spea. I reati, a vario titolo, sono di omicidio colposo, omicidio stradale colposo, disastro colposo, attentato alla sicurezza del trasporti e falso. Secondo Aspi, invece, la relazione «allontana la causa del crollo dallo strallo». «Per quanto riguarda la situazione dello strallo della pila 9 – scrive Autostrade – la relazione dei periti riporta soltanto la classificazione degli stati di corrosione dei fili di acciaio componenti i trefoli, classificazione determinata in modo sommario e quindi utilizzabile soltanto ai soli fini descrittivi. Tale classificazione consente comunque di escludere che sia stato lo strallo la causa primaria del cedimento».

I docenti universitari che hanno lavorato per il gip hanno fotografato lo stato di quello che resta del Morandi. In particolare per quanto riguarda il reperto 132 (l’ancoraggio dei tiranti sulle sommità delle antenne del lato Sud), considerata dalla procura di Genova la prova «regina» perché è il punto che si sarebbe staccato per primo, i periti hanno individuato nei trefoli «uno stato corrosivo di tipo generalizzato di lungo periodo, dovuto alla presenza di umidità di acqua e contemporanea presenza di elementi aggressivi come solfuri, derivanti dello zolfo, e cloruri». Una fotografia impietosa quella scattata dagli esperti: il 68% dei trefoli del gruppo primario, situato all’interno del tirante, e l’85% di quelli più esterni, avevano una riduzione di sezione tra il 50% e il 100%. Corrosione a cui non si è posto rimedio. «Non si evidenziano interventi atti a interrompere i fenomeni di degrado» scrivono i tre, «gli unici ritenuti efficaci risalgono a 25 anni fa».

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