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Autostrade Italia, Non solo scioperi e traffico di agosto: indagine conferma spese manutenzione esigue (2,2% spesa) a fronte pedaggi

Ago 1, 2019

Tempo d’estate e tempo per qualcuno duro, oltre che caldo. Per le autostrade italiane, come per gli automobilisti che vi devono transitare, magari in coda evitando incidenti. Non solo scioperi durante le giornate da bollino (quasi) rossoe tristi ricorrenze, per i drammi con morti in strada dello scorso anno. Puntuale, prima di agosto è arrivata la consegna di una indagine ANAC, anticorruzione, su concessionari e gestori delle autostrade tricolori.

Dal documento, pubblicamente visibile (a questo link) si evince come i gestori autostradali usano per la manutenzione delle loro “opere” come ponti, viadotti e cavalcavia (7317, oltre la metà di Autostrade per l’Italia) una somma troppo ridotta, rispetto alle indicazioni. Nello specifico, si legge dal rapporto voluto per verificare il perseguimento dell’interesse pubblico, il dato emergente è che “La spesa per manutenzioni è di dimensione omogenea e collocata su una bassa percentuale. Quella complessivamente sostenuta per la manutenzione delle opere d’arte ammonta mediamente al 2,2% della spesa complessivamente prevista dal PEF”. Quelli dell’Anticorruzione rincarano la dose, quando affermano di questa percentuale che “appare estremamente esigua in relazione sia all’importanza delle opere d’arte, rispetto alle infrastrutture, sia ai complessivi investimenti previsti dai Piani Economico-Finanziari”.

Controlli a campione su opere autostrada

La conclusioni dell’ANAC suggeriscono (al governo) di prevedere che l’espletamento delle verifiche sulle opere vada effettuato periodicamente, con accertamenti a campione, nonché di prevedere l’obbligo di intervenire tempestivamente per riportare in sicurezza le opere stesse. Sembra ovvio, ma il tutto deve passare da delle regeole e delle procedure che vincolano chi gesiste le autostrade in Italia. Suggeriscono quindi, da ANAC, di creare un meccanismo costante di monitoraggio nel tempo degli interventi, che metta tutti sullo stesso piano nei numeri e nei processi. Attualmente infatti, è disomogenea la gestione e anche la modalità di calcolo per le percentuali di lavori affidate a terzi (altro punto di rilievo).

Tra il dire e il fare

Ovviamente il freddo rapporto con i dati, che danno fiato a nuove critiche verso chi gestisce le autostrade italiane, viene a contrastare con le vicende quotidiane dei medesimi gestori autostradali. Loro che sul fronte non solo incassano i soldi dai pedaggi, ma devono anche superare alcuni intoppi classici del Bel Paese, oggettivi, nel compiere lavori pesanti come quelli di certi viadotti e passaggi da ammodernare. Ad esempio eventi climatici o di territorio imprevedibili (inondamenti e sismi) manifestazioni, espropri, smaltimento rifiuti e certificazioni in ritardo; tutti elementi che allungano la realizzazione delle manutenzioni programmate.

Il parlamento e nello specifico il governo, con il Ministro Toninelli portavoce, prevedendo nuove misure e metodi di controllo potrebbero ristabilire un giusto trend, nella difficile e ora insoddisfacente questione delle risorse in ballo, per la rete autostradale nazionale. Risorse incassate da qualcuno ma anche spese, che dovrebbero in primis fare i conti con la sicurezza, di tutti gli automobilisti e lavoratori.

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