C’era un altro arsenale nella seconda casa in Toscana di Fabio Del Bergiolo, 60 anni, di Gallarate, l’ex funzionario della dogana di Malpensa ed esperto di armamenti che è stato arrestato nei giorni scorsi dalla Digos di Torino con l’accusa di aver cercato di vendere sul mercato nero delle armi un missile aria-aria “Matra”.
Durante l’operazione nell’appartamento in Lombardia, dove viveva con la madre, era stato trovato un grande arsenale, ma anche materiale e simboli nazisti. Altri scatoloni pieni di armi erano stati rinvenuti dagli investigatori nell’hangar vicino a Voghera in cui era custodito il missile. Ora le indagini per risalire la filiera della bomba e ricostruire il ruolo di Del Bergiolo nel traffico internazionale d’armi, hanno portato a scoprire altre armi, stavolta durante la perquisizione in una casa dell’uomo a Massa Carrara.
L’inchiesta era iniziata a luglio dell’anno scorso, quando un ex agente del Kgb, ora residente in Piemonte, si era presentato in questura a Torino per segnalare un progetto, maturato tra le file dei nazionalisti ucraini, di colpire Matteo Salvini, in quanto “amico di Putin”. L’indagine su un possibile attentato non aveva trovato riscontri, ma dalle intercettazioni di cinque ex combattenti in Ucraina era stata fatta la scoperta del missile.