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Diretta streaming anticrimine, siamo tutti vigilantes

Nov 1, 2016

Se dici vigilante chi ti ascolta pensa a un tizio losco che se ne va in giro di notte, probabilmente con una maschera, probabilmente armato, con l’intenzione di scovare e castigare i criminali. È convinto di poter arrivare là dove le autorità non possono, e viene visto dagli altri in una di due possibili interpretazioni: o è un altro dei criminali che infestano le strade, o è un eroe come quelli dei fumetti.

Oppure è una persona qualsiasi con uno smartphone e l’applicazione giusta. Questa è in sintesi l’idea di Vigilante, disponibile in versione iOS e operativa per ora nella città di New York. L’idea è di integrarsi con il servizio di emergenza (911 in USA).

Cosa succederebbe se ognuno nel raggio di mezzo chilometro sapesse subito che c’è un crimine in corso? Cosa succederebbe se ci fosse una telecamera a riprendere ogni reato? Cosa succederebbe se la trasparenza esistesse – se tutti sapessimo dove sta avvenendo un crimine e cosa si sta facendo per evitarlo?

L’ingiustizia può sopravvivere alla trasparenza?

Vigilante

Chi la usa quindi non avvisa solo le Forze dell’Ordine ma anche tutti gli altri che usano la stessa app, grazie al fatto che i sistemi di emergenza sono open – cioè è possibile sapere se c’è una chiamata, localizzarla, anche diffondere i dati. Ognuno riceverà una notifica, saprà che qualcuno è in difficoltà e anche dove si trova. A questo punto l’app suggerisce due cose: la prima è di non cercare d’intervenire, ma la seconda è di fare il possibile per diventare dei reporter improvvisati e trasmettere il crimine in diretta. Il video promozionale è molto chiaro sul funzionamento.

L’idea, la speranza, è che i criminali si fermino di fronte a un esercito di osservatori armati di smartphone. Una risposta che sembra un po’ George Orwell e un po’ Black Mirror. Un po’ fa paura, un po’ fa sorridere per l’evidente ingenuità, e un po’ fa sperare che serva davvero a qualcosa.

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Vigilantes

Secondo gli autori il problema è che “meno dello 0,5% dei newyorkesi sa quando viene denunciato un crimine. La polizia non può essere ubiqua, e quando un agente arriva sul posto spesso la situazione si è già conclusa”. Se più persone sono informate, dunque, forse i criminali avranno più difficoltà. A questo si aggiunge un altro problema endemico degli Stati Uniti: “il conflitto sta sostituendo la cooperazione” in molte aree, spesso in risposta tensioni razziali. Sembra che effettivamente servano nuove idee per garantire la sicurezza di tutti.

Resta almeno un grande dubbio sulla sicurezza di questi cittadini volenterosi, o sull’effetto del loro lavoro. Nel video promozionale l’aggressore fugge di fronte a un assalto portato con le videocamere in diretta. La fanno un po’ troppo facile però, perché magari il criminale reagisce in modo violento mettendo in pericolo anche questi novelli Batman dello streaming. Farebbero bene a tenersi a distanza di sicurezza, almeno qualche attimo per capire quanto è serio il pericolo. E ci sarebbero poi da fare le dovute considerazioni riguardo alla privacy: magari la vittima di un’aggressione non ha tanta voglia di essere mandata in diretta web; magari così facendo la stiamo aggredendo una seconda volta, in modo ancora più feroce.

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L’idea di una sorveglianza globale diffusa in ogni caso non è priva di fascino. Abbiamo sempre pensato a futuri orwelliani, distopici, dove un grande potere è in grado di osservare tutto e tutti, ma non c’è nessuno che controlli il Potere. E se il Grande Fratello fosse globale? Se tutti potessero controllare tutto? Se oltre alla piccola aggressione potessimo mandare in diretta le grandi truffe, la corruzione, i crimini finanziari, gli abusi di potere? Se nessuno potesse mai più essere certo di agire nell’ombra?

Forse possiamo trasformare il Grande Fratello nel più potente strumento democratico, e forse Vigilante è un primo segnale. O forse è il primo vagito di un inedito o orripilante “Twitch del crimine in diretta”.

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