“La situazione ogni ora che passa è sempre più grave. Una parte della provincia di Macerata che il sisma del 24 agosto aveva già provato, ora è in ginocchio, più di ogni altra volta”. L’assessore regionale alla Protezione civile Angelo Sciapichetti ha lanciato un allarme per le popolazioni che dopo aver perso la casa nel sisma di tre giorni fa, ora devono fare i conti con il termometro che sta scendendo rapidamente. La priorità, adesso, e “la cosa più delicata”, dice l’assessore è convincere la popolazione a “lasciare momentaneamente il territorio, perché con il freddo non possiamo allestire tende, e per le casette ci vogliono i tempi tecnici”.
Nelle zone terremotate di Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera nella notte la temperatura è scesa fino a toccare i 2 gradi, aumentando le difficoltà delle gente che non vuole andar via e trova quindi riparo nelle auto oppure sistemata in tenda. Già nel corso della giornata di ieri il forte vento di tramontana aveva messo in difficoltà gli sfollati, in particolare le persone anziane. Gli spazi di ricovero sono limitati e dunque in tanti erano fuori, all’aperto. Nella zona umbro-marchigiana colpita dal sisma, il clima diventa più rigido prima che altrove e in inverno capita anche che si arrivi a -15. Per questo la gente del posto chiede soluzioni rapide.
“L’impegno del governo è di non fare andare via nessuno dai luoghi di origine e dalla loro comunità e dare immediatamente una risposta abitativa a tutti, visto che si avvicina l’inverno”, ha ribadito il ministro dell’Interno Angelino Alfano da Palermo. Ma nonostante le rassicurazioni l’assessore regionale alla Protezione civile Sciapichetti ammette che “il problema più grave e la parte più difficile è convincere gente fortemente attaccata al territorio a lasciarlo per andare in albergo o in autonoma sistemazione. D’altra parte, chi resta in queste zone montane ha una forte motivazione, che è difficile scardinare”. Secondo l’assessore, il timore della popolazione è “di non tornare più, invece dobbiamo rassicurarla, perché che ritornerà è fuori discussione, ma bisogna convincere le persone a fare questo passo, ad allontanarsi momentaneamente”. Quindi, ha spiegato, il lavoro da fare è quello di “formazione e informazione, rassicurare e dare speranza, aiutando i sindaci che sono in prima linea”.
L’altro problema del momento è quello delle frazioni: “Questi piccoli comuni hanno una miriade di frazioni, alcune sono completamente isolate. A Fiastra, per esempio, sono venute giù per intero. E’ un miracolo che non ci siano state vittime. A mente fredda dovremo studiare questo sisma. A Pioraco, ad esempio, è crollata parte del tetto della cartiera: solo perché c’era stato il cambio di turno non erano presenti operai in quel momento, altrimenti sarebbe stato un disastro”. Sciapichetti annota infine, parlando dei terremotati del Maceratese: “Siamo stupefatti della dignità di questa gente. Gente testarda, che non vuole andarsene, che magari preferisce dormire in auto piuttosto che andare in albergo, è vero, ma che ha una grandissima dignità”.
E a Fabriano, in provincia di Ancona, sono 250 le persone che la notte scorsa hanno dormito per il terzo giorno consecutivo nel PalaGuerrieri: terremotati e persone che hanno paura di restare in casa dall’amministrazione comunale. “Nel treno messo a disposizione dalle Ferrovie dello Stato, arrivato in stazione alle 21 – ha detto il sindaco Giancarlo Sagramola – hanno pernottato 18 persone”. Intanto la cittadina, già duramente colpita dal sisma del 1997, deve fare i conti anche con l’inagibilità della vecchia ala dell’ospedale ‘Engles Profili’, che ospita gli ambulatori. Il resto della struttura è regolarmente funzionante, tanto da aver accolto anche pazienti evacuati dai nosocomi di Camerino e Matelica. Per quanto riguarda le abitazioni private, 4 palazzi sono stati sgomberati con ordinanza, per un totale di 99 sfollati.
Sempre sul fronte dei soccorsi e dell’assistenza, la Protezione civile della Regione Abruzzo, su richiesta del Dipartimento nazionale, ha dato la propria disponibilità a fornire alle popolazioni marchigiane colpite dal sisma del 26 ottobre due tensostrutture destinate all’accoglienza di sfollati. In particolare si tratta di una tensostruttura in alluminio e Pvc di circa 40o metri quadrati di proprietà della Croce Rossa Italiana di Giulianova e di una analoga struttura in metallo di 80 metri quadrati di proprietà della Croce verde di Martinsicuro.
Le cosiddette “tende sociali per l’accoglienza delle persone” sono dotate di prediposizione antineve, di sistema di riscaldamento, iluminazione e di personale di presidio. Entrambe le strutture saranno trasportate e montate dagli uomini e donne del sistema di protezione civile regionale. I tempi per la partenza dei mezzi della prima struttura sono di 3 ore dalla conferma e per il montaggio occorrono in 6 ore. Mentre per la seconda struttura i tempi di partenza sono stimati in circa 2 ore e mezza e quelli di montaggio in circa 4 ore.
Ma tra Marche e Umbria sono anche le imprese in forte difficoltà: sono 7.378 le attività dei comuni più coinvolti dal terremoto di questi giorni, nelle aree soprattutto di Macerata e Perugia: è quanto risulta da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano. Una economia prevalentemente agricola (30%), industriale (industria 9% e costruzioni 16%), e turistica (8%).
Intanto continua lo sciame sismico. Decine di scosse sono state rilevate dall’Ingv nella notte: la più forte, di magnitudo 3.5, si è verificata nella provincia di Perugia all’1.18.