Il discorso che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte far agli italiani oggi pomeriggio a mercati chiusi, dopo un lungo silenzio e soprattutto dopo la partita delle elezioni europee, che si risolta con un ribaltamento degli equilibri politici interni alla maggioranza a tutto vantaggio della Lega di Matteo Salvini, sar anche l’occasione per richiamare i due vicepremier a mettere da parte le divisioni, a mettersi seduti allo stesso tavolo per capire se e come andare avanti.
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Responsabilit e dignit saranno due parole chiave. Salvini, deciso a usare la forza del suo 34%, punta sui ballottaggi per valutare se far saltare il banco. Di Maio, dopo la sconfitta elettorale, cerca di ricompattare il Movimento. in questa strettoia che il governo giallo-verde inizia questa settimana, che si preannuncia tra le pi difficili e insidiose. Conte “richiamer” all’ordine Salvini. Gli far capire che lui, il professore prestato alla politica, non ha voglia di galleggiare o di farsi logorare. Il segretario federale del Carroccio replicher: chiedo solo il rispetto del contratto. Ora le priorit sono: flat tax, autonomia, Tav, decreto sicurezza bis. Sono i fatti a decidere, il messaggio che lancer il vicepremier al presidente del Consiglio.
Su questo tentativo di mediazione promosso da Palazzo Chigi, l’ennesimo da quando un anno fa il “governo del cambiamento” entrato in carica, incomber lo spettro di alcuni dossier complessi e politicamente scivolosi. Tanto scivolosi che se i due azionisti Salvini e Di Maio non dovessero trovare la quadra, la continuit stessa dell’esecutivo sarebbe a rischio.
Mercoled il vero test sulla sospensione del Codice degli appalti
Mercoled sar una giornata vissuta tutta sull’ottovolante. Oltre alla replica di Bruxelles alla lettera inviata dal ministro Tria alla fine della settimana che si chiusa, gi di per s destinata a creare ulteriore sconquasso nella maggioranza, sar il giorno di due provvedimenti politicamente scivolosi: il decreto Sblocca cantieri e il decreto crescita. Il primo approder in Aula in un Senato dove la maggioranza M5S-Lega risicata. L’emendamento leghista sulla sospensione biennale del codice degli appalti, che ha portato subbuglio nel Movimento, se non venisse ritirato potrebbe dare una spallata al precario equilibrio della maggioranza, e far saltare banco.
Decreto crescita in attesa degli emendamenti del Governo
Un altro provvedimento politicamente scivoloso il decreto Crescita. Il muro eretto dalla Lega ha fatto uscire dal testo approvato dal consiglio dei ministri il cosiddetto “Salva Roma”. Il decreto dovrebbe approdare in Aula alla Camera mercoled sera con la fiducia. Prima ancora atteso un pacchetto di emendamenti del governo.
La deadline imposta da Salvini per flat tax e autonomie
Il prossimo Cdm potrebbe tenersi venerd. Salvini ribadisce di voler portare il decreto sicurezza bis, dopo la limatura del testo iniziale. E fissa la deadline per il s a due misure “bandiera” per i leghisti. L’autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, chiesta a gran voce dai Governatori del Carroccio Fontana e Zaia. E la flat tax. Entrambe, ha chiarito il ministro dell’Interno, devono arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri prima del 21 giugno. I Cinque Stelle sanno che, nell’attuale rapporto di forza all’interno della maggioranza, non potranno erigere barricate.
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Lo scenario di un rimpasto
Sullo sfondo delle dinamiche interne al governo giallo verde, nell’ipotesi in cui le parti politiche, dopo l’intervento di Conte di questo pomeriggio, decidessero di continuare e di non staccare la spina, lo scenario di un rimpasto. Il M5S sarebbe disposto a sostituire Toninelli al Mit con il senatore Mauro Coltorti e a cedere alla Lega la Sanit sacrificando Giulia Grillo. Ma scontato anche un ricambio tra i sottosegretari, a partire da Angelo Tofalo alla Difesa. Pi difficile sostituire la titolare della Difesa Elisabetta Trenta o Sergio Costa all’Ambiente. L’idea di alcuni dirigenti M5s sarebbe quella di lasciare alla Lega la guida di ministeri importanti ma “rognosi” come la sanit o le infrastrutture, perch sia Salvini a metterci la faccia.
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In caso di crisi elezioni a settembre
Il nodo soltanto chi aprir per primo le danze. Il Quirinale vigila. In caso di crisi, il potere di sciogliere le Camere spetta al Capo dello Stato: il percorso sar lineare, con consultazioni e, in caso di mancato accordo, indizione di nuove elezioni. Quando? A settembre, ovvero con ragionevole anticipo rispetto a una manovra che, tra lettere e controlettere, si annuncia estremamente complicata.
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