Erano accusati di spacciare droga nelle discoteche pugliesi e della riviera romagnola. A 12 anni dai fatti contestati a 32 presunte leve della criminalità barese, all’epoca poco più che ventenni, le accuse di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti, estorsione e ricettazione sono state dichiarate prescritte in sede di udienza preliminare.
La gup del tribunale barese Giulia Romanazzi ha dichiarato il non luogo a procedere per i 106 capi d’imputazione, di cui 99 presunti episodi di spaccio risalenti tutti al 2004. Fra gli imputati c’è anche il pregiudicato Donato Cassano, all’epoca 18enne, reo confesso dell’omicidio del boss barese Giacomo Caracciolese – ucciso nell’aprile 2013 – e già condannato in primo grado a trent’anni di reclusione per il delitto.
Il prolungarsi della fase preliminare, che ha poi portato alle prescrizioni, è dovuto al fatto che l’inchiesta è passata di mano tra vari pm a causa del loro trasferimento in altre
sedi o mansioni. Stando alle indagini della Dda di Bari, a cui l’inchiesta era stata trasmessa per competenza da Taranto, il gruppo, con base operativa nel quartiere San Paolo, importava droga da Germania e Olanda, cocaina e hashish, per poi rivenderla al dettaglio a Bari e nelle discoteche di Castellaneta Marina, del Salento e di Riccione.Fra le aggravanti contestate dalla Procura antimafia c’era anche quella di essersi avvalso di minori per lo spaccio dello stupefacente.