Rider assunti a tempo indeterminato con il contratto nazionale della logistica, con diritti e tutele riconosciuti, sotto il profilo normativo ed economico: dalle ferie alla malattia, a una retribuzione non legata alle consegne fatte ma alle ore effettivamente lavorate. Un accordo pilota per i lavoratori che portano il cibo a domicilio, in bici o in scooter, è stato siglato a Firenze da Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti territoriali con l’azienda di food delivery “Laconsegna Srl”, realtà attiva da due mesi con base nel Fiorentino.
Soddisfatti i sindacati: è il “primo accordo in Italia che disciplina il lavoro subordinato” per i rider. Al di là di una legge, attraverso la contrattazione. L’azienda in questione conta una ventina di ciclofattorini a Firenze, ma nelle prossime settimane si dovrebbe arrivare, nei piani della società e dei sindacati, a 200 assunti a tempo indeterminato. Nel frattempo è già stata costituita la prima Rsa aziendale.
Questi lavoratori “hanno diritto all’applicazione del contratto nazionale logistica, trasporto merci e spedizioni, al pagamento delle ore effettivamente lavorate, e non in base alle consegne, alla retribuzione mensile, al riconoscimento di tutti i diritti e tutele che il contratto nazionale attribuisce a tutti i lavoratori del settore”, spiegano i rappresentanti sindacali sottolineando che è la prima volta che la categoria si vede riconosciuta nell’ambito di un contratto nazionale. E, aggiungono Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, si stabilisce che il rischio d’impresa “legato alal vendita dei prodotti e alle conseguenti consegne non sia a carico dei lavoratori, bensì dell’impresa stessa”. Ora, dicono quindi i sindacati, “bisogna andare avanti” per estendere questo accordo ad altre realtà.
“Ci auguriamo – afferma il segretario nazionale della Filt-Cgil Michele De Rose – che faccia da apripista ad altri accordi territoriali per far emergere forme di lavoro irregolare e affermare, superando sfruttamento e cottimo e senza ricorrere ad interventi legislativi, la qualità del lavoro con la sicurezza ed i diritti, proteggendo e valorizzando il lavoro dei rider nell’era della gig economy”.