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Usa-Cina, dazi più che raddoppiati ma le Borse scommettono sull’accordo

Mag 10, 2019

MILANO – Nonostante le trattative formalmente proseguano per il secondo giorno, i dazi Usa minacciati da Trump su 200 miliardi di import dalla Cina sono scattati. Le merci erano già sottoposte a tariffe del 10% dal 24 settembre scorso, ma Cina e Stati Uniti avevano concordato una tregua sul loro innalzamento al 25% nel corso dell’incontro tra il presidente Usa, Donald Trump, e il collega Xi Jinping, a margine del vertice del G20 di Buenos Aires, l’1 dicembre scorso. Pechino ha espresso “profondo rammarico” per questa ulteriore escalation e annunciato che prenderà le “necessarie contromisure”.

Dopo le forti vendite delle ultime sedute, le Borse hanno reagito con nervosismo alla notizia. In Europa, i listini rimbalzano scommettendo su sviluppi positivi: Milano sale dell’1% come Francoforte, Parigi aggiunge lo 0,7% e Londra lo 0,4%.

In Asia, Shanghai era andata in forte rialzo in mattinata, così come Shenzhen, per poi invertire rotta alla pausa e quindi riprendere a macinare rialzi. A fine seduta, la prima Piazza ha guadagnato quasi il 3%, la seconda il 3,6%. Hong Kong ha segnato un rialzo dello 0,9%. Altra parabola nervosa sulla borsa di Tokyo, che però ha chiuso in calo una giornata iniziata con un cauto ottimismo concludendo così la settimana con il quarto segno “meno” consecutivo. Oscurato il dato positivo dei consumi delle famiglie che continuano a crescere: +2,1% annuo a marzo, terzo mese consecutivo di rialzo, con un incremento oltre le previsioni di consenso degli analisti. L’indice Nikkei dei 225 titoli guida ha quindi chiuso con una flessione dello 0,27% e con un bilancio dell’ottava pesante: -4,1% in quattro sedute. L’indice Topix del mercato principale ha chiuso in calo dello 0,08% con lo yen in leggero apprezzamento sul dollaro sul mercato dei cambi (109,72 per un dollaro contro 109,9 alla chiusura di giovedì).

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi apre stabile a 272 punti. Il rendimento del decennale si attesta al 2,669%. L’euro apre sopra 1,12 dollari e lo yen resta forte. La moneta europea passa di mano a 1,1229 dollari e 123,19 yen. Dollaro/yen in ribasso a 109,71. Dalla Germania si segnala il rafforzamento della bilancia commerciale a marzo con un surplus di 22,7 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 18 miliardi del mese precedente e oltre i 20 miliardi stimati dagli analisti. Le esportazioni sono salite dell’1,5%, facendo meglio delle attese del mercato che si aspettava invece una flessione dello 0,4%. Le importazioni sono aumentate dello 0,4% (consensus +0,5%). La produzione industriale in Francia è calata dello 0,9% mensile in marzo.

Tra le materie prime, il petrolio è in rialzo e si riporta sopra quota 62 dollari (62,09) per il barile Wti e a 70,73 dollari per il Brent. L’oro è stabile rispetto alla vigilia a 1.284,10 dollari l’oncia nei mercati asiatici.

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