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Isis, condiviso con 30 servizi esteri il modello di contrasto in Italia

Mag 8, 2019

L’Italia chiama a raccolta oltre trenta servizi segreti esteri. E a Roma, dopo l’inaugurazione luned 6 maggio della sede unica dell’intelligence a piazza Dante, marted 7 nella cornice di Villa Madama il Dis (dipartimento informazioni e sicurezza) ha convocato la conferenza Bridge (Bringing radicalized individuals to disengage). Per spiegare e condividere con i colleghi stranieri un modello operativo, certo empirico e privo ancora di una strategia nazionale codificata, rivelatosi tuttavia finora efficace. I motivi saranno molteplici, ma resta il fatto che un attacco terroristico vero e proprio dall’11 settembre 2001 nel nostro Paese non c’ stato.

Nuove declinazioni della minaccia e controffensive

La minaccia Isis comunque resta attuale e concreta ribadisce il direttore del Dis Gennaro Vecchione. Alla conferenza si snocciolano tutte le declinazioni pi recenti della minaccia. C’ una prospettiva crescente “di genere”: le donne in Nord Africa e in Europa svolgono tutti i ruoli, vittime, attori consapevoli e non, peace-makers spiega Fatima Sadiqi, docente all’universit di Fez in Marocco. Si profila un alto rischio legato ai pi piccoli: nei campi degli ex territori dell’Isis ci sono 45mila bambini senza identit, vere e proprie bombe ad orologeria in grado di diventare una possibile generazione di attentatori suicidi ha detto Gilles de Kerchove, coordinatore contro-terrorismo dell’Ue.

Ma oltre alla repressione ci sono in Italia anche i processi di de-radicalizzazione. Con la possibilit di accedere al lavoro, all’istruzione e alla formazione professionale gi in carcere come ha spiegato Augusto Zaccariello, capo del Nic (Nucleo investigativo centrale) del Dipartimento amministrazione penitenziaria. E con le misure di prevenzione personale destinate alla riduzione e depotenziamento della minaccia come ha detto Sabrina Martucci (universit Aldo Moro di Bari). Un altro unicum italiano.

Incroci e riscontri informativi senza sosta

Ai colleghi dei servizi segreti del cosiddetto Paris Group (Germania, Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Italia, Irlanda, Olanda, Polonia, Spagna, Gran Bretagna, Norvegia e Svezia) nella conferenza Bridge si sono aggiunti gli 007 dei paesi rivieraschi del Medio Oriente, alcuni stati extra Ue e colleghi statunitensi. I cambiamenti della nostra civilt sono profondi, a volte vediamo reazioni che non riusciamo a spiegarci. Dobbiamo fronteggiare tutti i rischi del ribellismo dietro l’angolo fa notare Enrico Savio, vicedirettore generale vicario Dis.

Nella strategia degli 007 riveste grande importanza la radicalizzazione: Va prevenuta e intercettata nella sua fase iniziale. fondamentale essere tempestivi, volgere lo sguardo non solo a quel che accade, ma a quel che potrebbe accadere ricorda Vecchione. Rileva il questore Claudio Galzerano (direzione centrale Polizia di prevenzione) come il modello italiano fondato sul C.a.s.a. (comitato di analisi strategica antiterrorismo) che riunisce forze di polizia e intelligence ha tre parole d’ordine: Azione sinergica, condivisione, valorizzazione della dimensione locale. Ma, aggiunge Galzerano, si basa essenzialmente sul talento dei singoli e le attitudini cooperative di figure professionali diverse. Ormai cos non pi sufficiente.

Investigazione e prevenzione del radicalismo su web

Internet sempre di pi luogo ideale per la maturazione di processi di auto-radicalizzazione – mette in evidenza il colonnello Marco Rosi (Ros dei Carabinieri) – e il contrasto all’uso della rete per finalit terroristiche una sfida continua. Secondo Miriam Estrin, public policy manager di Google per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa, fondamentale prevenire lo sfruttamento da parte di terroristi ed estremisti degli strumenti disponibili on line. Ci vogliono risposte condivise delle istituzioni, della societ civile e del settore privato.

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