BRINDISI – Abbattuto l’ulivo infetto da xylella fastidiosa trovato nella stazione di servizio Q8 nei pressi di Rosa Marina a Ostuni. Ruspe e ispettori del servizio fitosanitario della Regione Puglia hanno lavorato durante la notte tra martedì 25 e mercoledì 26 ottobre per scongiurare scontri con gli ambientalisti, come quelli che si sono verificati a Oria il 15 aprile dello scorso anno.
Così come disposto dall’Unione Europea saranno abbattute anche le piante nel raggio dei 100 metri dall’ulivo ammalato: una decina di ulivi e piante di oleandro che costeggiano la statale 379 Brindisi-Bari. I proprietari dei terreni intorno all’area di servizio hanno avuto 15 giorni di tempo a partire dal 17 ottobre: è la data in cui il Cnr e l’Università di Bari hanno trasmesso i risultati delle analisi molecolari alla Regione Puglia.
Stessa scadenza per l’Anas che dovrà farsi carico delle eradicazioni sulla 379. Tira un sospiro di sollievo il sindaco Gianfranco Coppola: “L’intervento della Regione ci rassicura”, ha detto il primo cittadino venuto a conoscenza dell’abbattimento solo in mattinata. “Sappiamo che sono al lavoro circa 50 operatori in più rispetto ai nuclei già operanti. Difenderemo la piana degli ulivi millenari con ogni mezzo possibile”.
Si tratta del primo caso di contagio che colpisce a una distanza di circa 45 chilometri circa dal focolaio salentino più a Nord e 30 dalla provincia di Bari. L’abbattimento è stato necessario per evitare il rischio di contagio nella piana degli ulivi millenari e l’avanzata del batterio nel resto della Puglia. Proseguono intanto le verifiche e i campionamenti da parte degli operatori incaricati dalla Regione Puglia di monitorare il territorio.
Nel caso in cui venga individuato una pianta infetta, come è accaduto
a Ostuni, la procedura prevede che vengano prelevati campioni a tappeto da tutte le altre piante entro un perimetro di cento metri quadri. Normalmente i campionamenti vengono invece effettuati a random, su una sola pianta presente su un ettaro di terreno. In entrambi i casi le foglie e i rami prelevati dalle piante vengono sottoposti a tre analisi consecutive nei laboratori del Cnr di Bari e nel dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell’Università di Bari.