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I remake che ci piacerebbe giocare su PlayStation 5

Apr 23, 2019

Pensate rapidamente ai remake pubblicati nell’ultimo periodo sul mercato videoludico: Crash Bandicoot, Spyro, Mario & Luigi, Kirby, Resident Evil 2, ma tanti, tanti altri. Ne abbiamo citati solo alcuni, senza nemmeno rifletterci eccessivamente, per dimostrarvi come l’effetto nostalgia sia in grado di avere sempre la meglio su tantissime altre produzioni. Certo, quelle nuove hanno sempre un grandissimo fascino, soprattutto quando ci permettono di affrontare delle vicende originali e innovative, ma non nascondiamoci dietro un dito: il mercato ci sta propinando, e proponendo, quelli che sono stati i successi di un tempo anche perché siamo noi stessi a richiederli con grandissima foga. Pensate solo a Crash Team Racing.

Accanto però a tutti i titoli che ci sono stati riproposti, alcuni egregiamente altri un po’ meno, c’è una pletora di videogiochi che non sono stati ancora presi in considerazione, vuoi per motivi tecnici, vuoi per possibili analisi di mercato che li vorrebbero non di enorme successo. Eppure siamo sicuri che in qualche modo un remake di alcuni dei titoli che vi annovereremo di seguito scuoterà moltissimo le vostre sinapsi.


Metal Gear

Qualsiasi lista che riguardi i remake che vorremmo non può non partire dal primo capitolo della saga che ha reso famoso a livello universale Hideo Kojima. Non parliamo ovviamente di Metal Gear Solid, il titolo sviluppato e distribuito su PlayStation, regalando un palcoscenico di grandissimo spessore non solo al game designer attualmente al lavoro su Death Stranding, ma anche alle avventure di Solid Snake. Metal Gear venne pubblicato nel 1987 per MSX e, dopo le vicende narrate in Metal Gear Solid V, potrebbe rappresentare un ottimo modo per rinfrescare la memoria ai videogiocatori più maturi, ma allo stesso tempo un modo più che logico e pertinente per scoprire cos’è stato Big Boss rima di Ground Zero e da dove tutto è partito. Ovviamente realizzare il remake di un titolo del genere significherebbe – come d’altronde accaduto anche con la trilogia di Crash Bandicoot, di Spyro e come accadrebbe anche in caso di remake per Metal Gear Solid – rifare da zero l’intero prodotto, dal punto di vista tecnico. Un lavoro non da poco che non è detto possa effettivamente portare nelle tasche di Konami un guadagno che valga la candela.

Medal of Honor

In un’epoca in cui gli FPS spopolano e soprattutto in un periodo in cui Call of Duty e Battlefield non riescono a offrire il medesimo divertimento offerto anni fa, soprattutto dal punto di vista della narrativa, potrebbe essere maturi i tempi per un ritorno di Medal of Honor. Ovviamente non si parla del reboot che è stato pubblicato nel 2010, che ha completamente ridisegnato il sistema di combattimento, ma del capitolo pubblicato su PlayStation e ambientato interamente nella Seconda Guerra Mondiale. La moda di dare addosso ai nazisti non è praticamente mai terminata e da Wolfenstein in giù si potrebbe definire la battaglia ai nemici della Guerra un nuovo sotto-genere, da riscoprire proprio con Medal of Honor. Sebbene Electronic Arts non stia vivendo un periodo estremamente florido, Fifa escluso, potrebbe essere un’idea accattivante quella di riportare in auge un titolo del genere.

Bully, un remake chiacchieratissimo

Sono anni che si vocifera del possibile ritorno di Bully con un secondo capitolo. Lo si sta aspettando come la venuta di un messia e a ogni possibile nuovo annuncio di un titolo da parte di Rockstar, la community videoludica si lascia stuzzicare dalla possibilità di vedere un sequel di Canis Canem Edit. D’altronde la storia di Bully è particolare, perché se inizialmente la sua release venne presa sotto gamba, nel tempo il titolo di Rockstar ha saputo dimostrarsi qualcosa di più di un Grand Theft Auto che incontrava Grange Hill (show del 1978 trasmesso su BBC1). Per chi non fosse estremamente esperto della saga, stiamo parlando di un titolo ambientato in un istituto scolastico, all’interno del quale, come lo stesso titolo suggerisce, si dà largo spazio al bullismo. Con un ottimo numero di missioni secondarie e di mini-giochi, un remake di Bully realizzato con l’attuale engine di Rockstar, che abbiamo visto in Red Read Redemption 2, diventerebbe un must have assoluto. In alternativa potrebbe andare bene un secondo capitolo.


Driver

Need for Speed rappresenta una saga di grandissimo rispetto, un capostipite più che fondamentale per il genere racing, ma in quegli anni d’oro di PlayStation, quando qualsiasi titolo pubblicato riusciva a conquistare la storia del videogioco, furono Midnight Club e Driver a conquistare parte della scena.

Proprio il secondo riuscì a dare un feeling completamente diverso al genere racing, mettendoci nei panni di Tanner, un poliziotto chiamato a infiltrarsi in una organizzazione criminale per incastrare tutti i componenti di quest’ultima. Da Miami a New York, da Los Angeles a San Francisco, Driver ci costringeva a guidare di missione in missione attraverso le quattro città citate per sfuggire dalla polizia, ma anche per tenere alto il ritmo delle corse, gestendo anche le condizioni atmosferiche non sempre agevoli. Una scarica di adrenalina che nel 1999 conquistò la community e potrebbe rifarlo anche oggi.

Ape Escape, un remake a prova di scimmia

Sempre nel 1999 il genere platform scoprì un titolo sgargiante, irriverente, ironico e in alcuni momenti totalmente nonsense, tutti elementi in grado di rendere Ape Escape una pietra miliare della storia PlayStation. Fu il primo titolo a sfruttare in maniera più che sapiente e sensata gli analogici della prima PlayStation, permettendoci di gestire in totale autonomia il retino col quale catturare le scimmie grazie all’inclinazione dello stick. Nonostante altri due capitoli pubblicati su PlayStation 2 e una riedizione su PlayStation Portable, Ape Escape resta un titolo unico, che con una grafica adeguata potrebbe conquistare non solo i nostalgici, ma anche le nuove generazioni. Pensate a quanto si sposerebbe bene anche con la portabilità di Switch.


Tenchu: Stealth Assassins

Il successo ottenuto da Sekiro ha risvegliato in tutta la community dei videogiocatori il piacere non solo della difficoltà, del giocare da hardcore gamer, ma anche dei ninja e delle arti nipponiche di combattimento. Per questo i tempi potrebbero essere maturi per il ritorno di Tenchu, saga che tra l’altro From Software ha pubblicato dal 2003 in avanti, fino a svilupparne i capitoli del 2007 e del 2009, quest’ultimo pubblicato da Ubisoft. Quando ancora non era stato ufficialmente annunciato Sekiro, si pensava che la software house di Miyazaki stesse proprio lavorando a un nuovo Tenchu – in alternativa a un Bloodborne 2 – salvo poi rivelarsi l’avventura del Lupo. Riprendere le avventure di Rikimaru e Ayame al servizio di Lord Gohda e affidarlo proprio a From Software potrebbe essere una soluzione più che interessante per l’attuale scena dei titoli stealth e action.

Dino Crisis

Capcom è decisamente il publisher che di più ha potuto comprendere il valore di un remake. Per loro è stato un anno d’oro, grazie a Resident Evil 2 e a Devil May Cry 5, non un remake ma un ritorno alle origini dopo la breve parentesi Ninja Theory con DmC. Proprio da Capcom potrebbe quindi partire una nuova importante iniziativa, in grado di alternarsi sapientemente a quel progetto di rifacimento dei capitoli più iconici di Resident Evil. Per questo avere un remake di Dino Crisis potrebbe essere affascinante.


Concepito, d’altronde, dalla stesso team che aveva lavorato a Resident Evil, il titolo che ci portava a vivere le vicende di Regina potrebbe continuare a cavalcare il periodo d’oro che sta vivendo il genere horror. Dino Crisis, tra l’altro, fu un successo commerciale e di critica, vendendo 2,4 milioni di copie in un periodo in cui il videogioco non era ancora massificato come oggi. Riproporlo potrebbe essere un altro grande colpo da parte di Capcom.

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