Un padre di famiglia che muore mentre lavora sull’autostrada. Un ubriaco, con tracce di cannabinoidi in corpo, che lo travolge perchè non vede le transenne dei lavori in corso. Un omicidio stradale in piena regola, le cui pene sono state inasprite dalla recente legge fino a 21 anni.
È l’ennesima dimostrazione che la sanzione, per quanto estrema, non è un deterrente sufficiente a evitare che individui senza autocontrollo siano indotti a evitare il reato. Da che mondo è mondo è sempre stata la probabilità di farla franca che ha gestito la mente e il braccio. Sono solo i controlli, il loro numero, la loro frequenza, la loro accuratezza che spaventano chi delinque con leggerezza.
Gli avevano ritirato la patente, era un recidivo, ma non è servito a niente, perchè guidava senza. Lo sosteniamo da tempo: solo un braccialetto elettronico, applicato contemporaneamente al ritiro della patente può evitare la tragedia.
Un segnale elettronico che porti le forze di polizia e i caselli autostradali a individuare chi – dotato di braccialetto – transita a bordo di una vettura: se è solo, ovviamente è lui che guida; se è in presenza di altri passeggeri, sarà la polizia a individuare chi guida.
Non ci vuole molto a realizzare il sistema, ma se non scegliamo questa strada, i nostri politici arriveranno a comminare l’ergastolo. E non servirà a nulla.